2045, fine dell'economia italiana?

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Di Alberto De Filippis
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Mentre i partiti si guardano l'ombelico

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La fine del mondo? È incerta. quella dell'economia italiana invece rischia di manifestarsi chiaramente nel 2045, perché sarà allora che gli italiani di 65 anni e più saranno un terzo della popolazione, ovvero tre ogni cinque persone in età lavorativa.

I demografi lo chiamano "indice di dipendenza dagli anziani". Secondo i rapporti dell'Istat la relazione fra il numero delle pensioni e il numero degli occupati, nello stesso periodo, arriverà al 100%, si tratta di un trattamento previdenziale per ogni lavoratore.

E non bisogna domenticare che non tutte le persone che sono tra 15 e 64 anni lavorano effettivamente. In parole povere il rischio è che molti dei giovani di oggi siano i poveri di domani. Almeno a sentire i documenti della Ragioneria generale dello Stato. Si tratta di tutti quelle persone nate dal 1980 in poi.

E mentre tutti i partiti si guardano l'ombelico non andando oltre le elezioni, nessuno sembra preoccuparsi. Lo squilibrio nasce dalla demografia, in Italia non si fanno figli, ma anche dalla pessima situazione lavorativa. Il tasso di occupazione nella fascia di età che va dai 15 ai 39 anni intorno al 48%, contro una media europea oltre il 62%. 65% contro 72% per la fetta fra 40 e 64 anni.

Generalmente identifichiamo i più deboli con vecchi e bambini, ma da questi numeri si evidenzia che, i più deboli, sono proprio i giovani di oggi. E forse qualcuno, in parlamento e senato, dovrebbe cominciare a pensarci.

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