Natalie Portman dice no a Israele

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Diritti d'autore Reuters/Mario Anzuoni
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Di Cristiano Tassinari
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L'attrice americana, nata a Gerusalemme, ha rifiutato l'invito a ricevere il Premio Genesis destinato a personalità illustri della comunità ebraica. Ufficiosamente, l'attrice non vorrebbe incontrare Netanyahu, di cui non apprezza la politica. "Ma non sono del BDS", scrive su Twitter.

Il gran rifiuto

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L'attrice Natalie Portman, 37 anni a giugno, ha rifiutato l'invito a ricevere il Premio Genesis, noto come il "Premio Nobel ebraico", che le sarebbe stato consegnato a Gerusalemme il prossimo 28 giugno.

L'attrice, nata nel 1981 proprio a Gerusalemme con il nome di Neta Li Herslag, ha fatto sapere di non poter partecipare a causa di "fatti estremamente dolorosi per lei legati ad Israele che le impediscono di prendere parte in libera coscienza all'evento".

La spiegazione su Twitter

La sua decisione ha scatenato molte reazioni politiche, ma la stessa Natalie Portman - in una dichiarazione rilasciata sabato sul suo profilo Twitter - ha spiegato che le ragioni del suo NO sono state mal interpretate e che non fa assolutamente parte del BDS, il movimento globale di boicottaggio anti-israeliano.

Secondo ambienti vicino alla star di Hollywood, la Portman non sarebbe d'accordo - lo si legge anche tra le righe del suo tweet - con la reazione militare di Tel Aviv nella Striscia di Gaz e con altri eventi che stanno causando sofferenza e si definisce, quindi, contro "violenza, corruzione, ingiustizie e abuso di potere".

Tra le varie interpretazioni date al gesto di Natalie Portman, anche quella secondo cui l'attrice non avrebbe gradito che la sua partecipazione fosse vista come un'approvazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, previsto anch'egli nel programma del Premio Genesis.

Di recente, Natalie Portman ha prodotto ed interpretato il film 'Sognare e' vivere', tratto dal romanzo 'Una storia di amore e di tenebra' di Amos Oz.

Storia di amore e di tenebra o solo di tenebra?

Tra le varie reazioni, particolarmente aspra quella della ministra della Cultura Miri Regev, che ha accusato la Portman di essersi schierata con chi boicotta Israele. "Natalie, un'attrice ebrea che è nata in Israele, si è unita a coloro che vedono il meraviglioso successo della rinascita d'Israele come 'una storia di tenebra e tenebra'', parafrasando il titolo del libro di Amos Oz, da cui è stato tratto il film della Portman. .
Un deputato del partito Likud, Oren Hazan, si è spinto fino a chiedere la revoca della nazionalità israeliana dell'attrice.

Contrastanti anche le opinioni sulla stessa Natalie Portman: c'è chi la definisce orgogliosa della propria doppia nazionalità (israeliana e statunitense) e delle proprie radici ebraiche, altri detrattori - fra i nazionalisti israeliani - fanno notare, viceversa, il legame molto labile dell'attrice con Israele.

La beneficenza si fa comunque

Secondo il protocollo, gli organizzatori del Premio Genesis avrebbero consegnato all'attrice un assegno da due milioni di dollari (uno da parte della Fondazione Genesis, uno da parte del miliardario Morris Khan) da devolvere ad associazioni attive nel sostenere l'emancipazione femminile.

L'evento del 28 giugno ora è stato annullato, ma l'assegno verrà comunque devoluto alle associazioni.

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