Questa è la plastica che ha ucciso una balena: è stata trovata nel suo stomaco

Questa è la plastica che ha ucciso una balena: è stata trovata nel suo stomaco
Diritti d'autore © Copyright : Centro de Recuperación de Fauna Silvestre El Valle. Región de Murcia.
Di Marta Rodriguez Martinez
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Una indigestione di ben 29kg di materiali plastici ha causato la morte di un capodoglio spiaggiatosi sulle coste spagnole a febbraio. Lanciata una campagna di sensibilizzazione sul pericolo della spazzatura oceanica per tutto l'ecosistema

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Un'indigestione di 29 chili di plastica ha causato la morte di un capodoglio, spiaggiatosi al largo delle coste spagnole lo scorso febbraio: l'avvenimento ha portato al lancio di una campagna pubblica di sensibilizzazione sul pericolo dei rifiuti marini per gli animali.

Il cadavere del cascialotto da 10 tonnellate è stato ritrovato lo scorso 27 febbraio a Cala del Muerto, Cabo de Palos, nella regione spagnola di Murcia. Gli abitanti della zona sono rimasti colpiti dal cattivo odore che emanava per cui hanno pensato che fosse morto da diversi giorni, come ha spiegato allora il quotidiano locale La Opinión de Murcia.

La Opinión de Murcia
L'autopsia è stata realizzata dalla squadra del Centro de Recuperación de Fauna Silvestre El Valle.La Opinión de Murcia

L'autopsia ha rivelato che la causa della morte andava ricercata nel suo stomaco, dove sono stati rinvenuti diversi sacchetti della spazzatura, pezzetti di rete, corde e persino un bidone.

Non è la prima volta che un capodoglio viene ritrovato senza vita sulle coste spagnole, ucciso dai rifiuti umani: nel 2013, un altro corpo della stessa specie è stato trovato a Granada e allora furono 18 i chili di materiale plastico ingerito a causare la rottura gastrica.

Il Ministero del Turismo, Cultura e Ambiente della Regione di Murcia ha lanciato undici azioni di pulizia delle spiagge che comprenderanno la raccolta di dati sul tipo e la quantità di rifiuti e organizzerà delle conferenze educative nelle scuole.

"Quando gli animali marini ingeriscono accidentalmente plastica, essa si accumula nel loro sistema digestivo, causando un falso senso di sazietà, e riducendo la quantità di cibo che possono mangiare", spiega Greenpeace Spagna in un comunicato. "Non ricevendo tutte le sostanze nutritive di cui hanno bisogno, gli animali perdono peso e si indeboliscono, e le loro capacità di sopravvivere si riducono".

L'ONG spiega anche che questi rifiuti possono causare ostruzioni, lesioni, perforazioni e altri danni fisici al sistema digestivo di tutta la fauna marina.

Foto: la Opinión de Murcia

Il capodoglio, che è catalogato come specie a rischio dalla legge spagnola, si nutre quasi esclusivamente di calamari.

Questi mammiferi marini non sono le uniche vittime della grande quantità di plastica che finisce per depositarsi in mare dopo il consumo da parte dell'uomo. Secondo Greenpeace, il 40-60% delle tartarughe finisce per ingerire plastica e in alcune specie di uccelli questa percentuale sale al 93%.

"La presenza di plastica nei mari e negli oceani è una delle maggiori minacce per la conservazione della fauna selvatica in tutto il mondo: molti animali sono intrappolati nei rifiuti o ne ingeriscono grandi quantità che possono arrivare a causarne la morte", ha detto Consuelo Rosauro, direttore generale del Dipartimento per l'Ambiente Naturale della Regione di Murcia.

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