Viaggio in Ucraina: ricominciare a vivere nelle zone devastate dal conflitto

Viaggio in Ucraina: ricominciare a vivere nelle zone devastate dal conflitto
Diritti d'autore Natalia Liubchenkova
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Di Natalia Liubchenkova
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Natalia Liubchenkova ha visitato alcuni dei villaggi vicini al fronte: le comunità più colpite dalla guerra le hanno parlato delle loro paure e delle speranze per il futuro

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Le comunità al centro del conflitto nell'Ucraina orientale affrontano le difficoltà con una notevole capacità di resistenza. Natalia Liubchenkova, giornalista e fotografa di Euronews, è stata a Donetsk: durante la sua visita ha partecipato a corsi di yoga per pensionati e ha visitato villaggi in cui ai turisti viene insegnato come tosare le pecore.

Sul binario della stazione ferroviaria della città di Sloviansk incontro Yana Synytsia. "Ho una sorpresa per te", mi dice. Conosco Yana dai miei precedenti viaggi in questa regione dilaniata dalla guerra. Lei è di Donetsk, città ora controllata dai separatisti, ed è stata costretta ad andarsene a causa dei combattimenti. Sarà lei la mia compagna di viaggio.

Poco dopo il nostro incontro Yana mi presenta un gruppo di donne in pensione. Sono una decina: bevono tè, recitano poesie e passano il tempo su Facebook. Mi dicono che spesso viaggiano insieme per esplorare le mete più interessanti della regione. A volte si spingono anche nella parte occidentale dell'Ucraina. Insieme praticano una serie di attività: camminata nordica, corsi di yoga, lezioni d'inglese e corsi per imparare a usare il computer.

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"La mia autostima è cresciuta tantissimo"Natalia Liubchenkova

"La mia autostima è cresciuta tantissimo", mi dice Halyna, una delle donne. "Vivo con la mia famiglia, siamo in 6. Ora dicono: 'La nonna è impegnata il sabato, ha una lezione d'inglese'. Prima mi vedevano solo come una casalinga, è come se fossi rinata".

Dietro a questa iniziativa c'è Natalia Bondarenko, un'attivista locale. La sua organizzazione, chiamata 'L'età della felicità', ha come obiettivo quello di dare colore alla vita dei pensionati locali, molti dei quali sono stati colpiti dalla guerra.

Natalia Remenyuk è un'altra delle donne che partecipano alle attività del gruppo. Ha attraversato un periodo di depressione dopo la morte del figlio, un soldato ucciso nel conflitto. Unirsi al gruppo l'ha aiutata ad uscirne. "Ero come in trance dopo la morte di mio figlio, ma Natalia e le altre mi hanno aiutato a venirne fuori poco alla volta. Ho cominciato a guardare a me stessa in maniera diversa, sono tornata a truccarmi e a curare il mio aspetto. Questi incontri mi piacciono molto, ogni volta non vedo l'ora che arrivi il prossimo".

"Prima le nostre giornate erano sempre uguali, ora abbiamo così tante cose da fare. La mia vita è cambiata totalmente", ci dice un'altra donna. Alla discussione si uniscono quasi subito anche le amiche, che si interrompono a vicenda mentre mi raccontano dei viaggi che hanno fatto insieme, dei luoghi che hanno visitato e dei piatti della cucina locale che non avevano mai provato prima.

Lo Stato non organizza iniziative di questo tipo. Mentre i pensionati dei Paesi occidentali spesso sfruttano il tempo libero tra viaggi e hobby, in Ucraina avere una vita sociale attiva viene visto ancora come qualcosa di bizzarro. La maggior parte delle donne con cui ho parlato mi hanno confessato che in un primo momento le loro famiglie erano dubbiose sull'organizzazione di Natalia, alcuni pensavano addirittura che fosse una setta. Oggi non hanno più dubbi.ù

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Un incontro di gruppo a SlovianskNatalia Liubchenkova

La situazione delle varie comunità nella regione dipende ovviamente dalla loro vicinanza al fronte del conflitto. Aldilà del Comitato internazionale della Croce Rossa, a nessun'altra organizzazione umanitaria è consentito di lavorare nei territori occupati dai separatisti pro-Russia. Nei territori riconquistati dall'esercito ucraino le persone sopravvivono grazie agli aiuti dei gruppi umanitari internazionali, delle chiese e dei volontari.

Il fronte del conflitto tra Ucraina e separatisti filo-russi

Nei paesi più vicini al fronte, su entrambi i lati di quella che viene definita la "linea di contatto", il rischio di subire bombardamenti è concreto. L'accesso a missioni umanitarie e supporto medico è limitato. L'approvvigionamento elettrico e idrico è spesso interrotto. La ricostruzione, dicono i membri delle missioni umanitarie che lavorano nella regione, dovrebbe fare parte di qualsiasi processo di pace. In molti casi si tratta di un processo per cui serviranno anni.

A Oleksandro-Kalynove, villaggio a solo 40 chilometri dal fronte, Svitlana Sozanska ci serve dei piatti che lei stessa ha cucinato. La sua casa non è dotata di bagno - deve arrangiarsi con una cabina di legno nel giardino - ma la connessione a internet funziona a meraviglia. Ho con me degli occhiali per la realtà virtuale e glieli faccio provare. Svitlana non riesce a trattenere lo stupore mentre guarda le foto di alcuni posti nella regione in cui non ha mai avuto l'occasione di andare.

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I piatti preparati da SvitlanaNatalia Liubchenkova
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Svitlana prova gli occhiali per la realtà virtualeNatalia Liubchenkova

Oleksandro-Kalynove è stata a lungo una meta turistica. Prima della guerra era una dei villaggi preferiti degli abitanti delle città più industrializzate, che si recavano qui per godersi il paesaggio e la cucina locale. "Il nostro villaggio è in una zona molto bella", mi dice Andriy Taraman mentre ci troviamo davanti al museo di Oleksandro-Kalynove. "Il parco naturale di Kleban Byk è qui vicino. Significa tanto in una zona industrializzata come la nostra. Organizziamo dei festival e abbiamo anche un allevamento in cui i turisti possono imparare come tosare le pecore. Abbiamo costruito un impianto di risalita nelle montagne circostanti, la gente viene qui da Donetsk per sciare".

Dall'inizio della guerra il flusso di turisti si è interrotto e da Donetsk non arriva quasi più nessuno. Nonostante tutto gli abitanti del villaggio continuano a prendersi cura del museo con tutti i suoi reperti di diverse epoche storiche, tra cui un cottage del 19esimo secolo.

Il cottage del 19esimo secolo dopo il restauro

Dopo anni di un conflitto che ha cambiato drammaticamente il volto della regione, Andriy appare stanco. E' stato tra i primi ad essere arruolato nell'esercito e ha perso molti dei suoi migliori amici. Nonostante le difficoltà, non ha perso la speranza. Le idee su cosa fare una volta che il conflitto sarà terminato non gli mancano, ed è sicuro che il villaggio tornerà agli splendori di un tempo.

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Yana Synytsia e Andriy Tamaran a Oleksandro-KalynoveNatalia Liubchenkova

La tappa successiva del mio viaggio è Hranitne, un villaggio ancora più vicino alla linea del fronte. Lungo le strade deserte sono decine le case abbandonate dopo i bombardamenti. Siamo nella cosiddettà 'zona rossa', la linea di confine lungo il fiume Kalmius che divide le aree in mano ai separatisti da quelle controllate dal governo ucraino.

Hranitne è stata fondata nel 18esimo secolo dagli Urum, greci di lingua turca che vivevano in Crimea. Dopo la seconda guerra mondiale sono arrivati i Tatari. Nel villaggio ci sono una moschea e un cimitero musulmano. E' un posto relativamente sicuro ma la tensione è palpabile. Sono passate solo poche settimane dall'ultima volta che un missile ha colpito un edificio.

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La maggior parte dei danni però risalgono al biennio 2014-2015. Molti edifici in rovina vengono lasciati così come sono perché non ci sono i fondi per la ricostruzione. "Durante il 2014 e 2015 abbiamo subito dei bombardamenti costanti - spiega Vasylyna Nikolayeva, presidente del consiglio comunale -. Il tetto del centro medico è stato completamente distrutto. Al suo interno c'erano anche una libreria e una scuola d'arte e musica per i bambini. Noi stessi abbiamo riparato il tetto nella seconda metà del 2016, il riscaldamento non funzionava, non c'erano le finestre. Oggi la Croce Rossa e altre organizzazioni ci stanno dando una mano".

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Vasilina Nikolaeva nel cimitero localeNatalia Liubchenkova

Numerosi abitanti hanno perso la vita nel corso del conflitto, compresi diversi bambini. L'accesso al cimitero è stato ripristinato solo di recente. L'accesso era stato vietato per ragioni di sicurezza: i bombardamenti spesso colpivano le tombe in cui erano state sepolte le vittime del conflitto.

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A Hranitne ho assistito ai concerti di due gruppi locali. Si esibiscono in tre lingue: turco, ucraino e russo. L'amministrazione locale, mi dice Nikolaheva, è concentrata sullo sviluppo di luoghi che offrano attività ricreative. Il villaggio dispone sia di un coro di bambini che di un club per pensionati.

Gli eventi si svolgono in un club locale, anche se gli avventori stanno attenti a non avvicinarsi troppo ad una delle pareti, danneggiata da un bombardamento nel 2014. I lavori di riparazione sono già cominciati.

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