La Svezia ha un problema con le granate - ecco perché

La Svezia ha un problema con le granate - ecco perché
Diritti d'autore Goran Mansson, a capo della squadra artificieri di Malmo, mostra le granate trovate nel 2015 in città. Foto: agosto 2015. REUTERS/Elias von Hildebrand
Di Euronews
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Il Paese scandinavo è scosso dagli attacchi con granate occorsi negli ultimi anni. C'entrano il contrabbando, la guerra in Jugoslavia, le politiche sociali per le periferie e delle leggi particolarmente indulgenti

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di Karis Hustad per euronews

Una domenica di gennaio Daniel Cuevas Zuniga, un cileno di 63 anni che vive in Svezia, torna a casa da Vårby Gård, un sobborgo di Stoccolma, in compagnia della moglie. Nota un oggetto sulla pista ciclabile e si china per raccoglierlo.

Si tratta di una granata. L'esplosione causa la morte di Zuniga e l'onda d'urto catapulta la moglie giù dalla bicicletta, in avanti.

Si tratta solamente dell’ultimo episodio violento che ha visto coinvolte delle granate, in Svezia, negli ultimi anni.

Nel 2015 la polizia ne ha confiscate 45, 10 sono detonate. Nel 2016 il numero di confische è salito a 55, e 35 sono state detonate. Nel 2017 il numero è sceso ma di poco: 43 trovate, 21 detonate. Le esplosioni sono state registrate su e giù per il Paese.

Se negli ultimi anni i numeri subiscono fluttuazioni, sembra che i casi siano in aumento. In una ricerca ancora in corso, un team interistituzionale di criminologi e ricercatori ha contato 78 casi di esplosioni di granate a mano dal 2010, la metà dei quali si sono verificati nel 2016.

La morte di Zuniga è stata un'anomalia. Si tratta di una delle due persone – entrambe passanti - morte in attacchi con granate dal 2015. L'altro è stato un ragazzo Britannico di 8 anni che è stato ucciso dopo che una granata è stato lanciata ell'appartamennto dove si trovava a Göteborg. La polizia crede che l’episodio sia connesso ad una guerra tra bande rivali.

© Copyright : TT News Agency/Johan Nilsson

Perché le granate?

Il tasso di criminalità in Svezia è ancora relativamente basso se confrontato con i dati internazionali. Ma la natura delle granate - armi di solito utilizzate per fare la guerra – unita al contesto generale in cui si nota un aumento degli incidenti violenti e la mancanza di ricerche sul tema crea nervosismo in un Paese generalmente pacifico.

"Nel complesso, i crimini violenti sono diminuiti di molto negli ultimi 40 anni, anche se quelli che si verificano sono molto più violenti, molto più legati alle armi di quanto non fossero prima", dice a euronews Joakim Palmkvist, giornalista di Sydsvenskan e autore che vive a Malmö.

"Gli attacchi con granate sono collegati alle bande e alla criminalità organizzata, ma non sembrano essere perpetuati da un particolare gruppo", continua Palmkvist. "Un tema che potrebbe legare gli attacchi tra loro è l'intimidazione". L'ultimo attentato di marzo, ad esempio, è stato perpetrato da due membri di una banda: hanno lanciato una granata a casa di un banchiere che stava indagando su frodi legate alla criminalità organizzata.

"Le granate si prestano a questo tipo di lavoro criminale", riferisce Palmkvist. Ad esempio, usare una pistola per sparare a qualcuno alla gamba per ottenere il pagamento di un debito è una cosa "piena di problemi", ritiene. Prove del DNA, proiettili tracciabili e sentenze più dure in caso di possesso. "Le granate sono meno goffe e meno inclini a lasciare traccia".

"Un criminale ha bisogno di strumenti per fare il suo lavoro sporco, ed è più intelligente usare [le granate] in questo senso rispetto alle pistole", continua Palmkvist.

Parte del problema potrebbe essere dovuto al modo in cui le granate sono state trattate storicamente nella legislazione svedese. In precedenza erano ritenute "materiali infiammabili ed esplosivi", piuttosto che armi, e la pena minima per il possesso era di soli sei mesi di carcere, scrive The Local.

Questa legge è stata modificata nel gennaio 2018 in risposta agli attacchi. Ora la pena minima per le violazioni aggravate è di due anni di carcere. I reati più gravi sono punibili con una pena minima di quattro anni.

"Questo sta dando alla polizia la possibilità di arrestare persone e di incarcerarle per un periodo più lungo", dice a euronews Amir Rostami, ricercatore dell'Università di Stoccolma, che fa parte del team di ricerca sull'uso delle granate. "I criminali che ne fanno uso ora devono pensare un po' di più alle conseguenze".

Dai Balcani alle case svedesi

La granata più comune utilizzata in Svezia è la M75, prodotta nei Balcani e trasportata in Svezia in auto, camion e autobus. C'è un eccesso di armi nei Balcani, resti della guerra di Bosnia, e la polizia ritiene che le granate siano date gratuitamente quando si fanno ordini di AK-47. Palmkvist ha studiato le connessioni tra le bande svedesi e afferma che si può tracciare una linea che connette il Paese ai Balcani.

"C'è una via di contrabbando larga, profonda e pesante che va dai Balcani ai paesi nordici".

Una riforma della legge sul contrabbando, approvata a novembre, potrebbe venire in soccorso. Prima gli ordigni esplosivi non dovevano essere notificati alle autorità doganali al momento dell'ingresso nel Paese. Ora i dispositivi devono essere segnalati, e la mancata segnalazione è considerata contrabbando.

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Detto questo, le suddette leggi non avranno alcun impatto sulle granate che sono già state trasportate nel paese e rimangono ancora inutilizzate o inesplose. La polizia ha proposto un'amnistia per granate dall'ottobre 2018 al gennaio 2019, che consentirebbe alle persone di consegnare I loro arsenali. Un'iniziativa analoga per le armi da fuoco illegali è in corso fino ad aprile e ha avuto un modesto successo.

L'amnistia che divide

Se Palmkvist e Rostami si sono detti entrambi scettici sul funzionamento dell'amnistia nei confronti delle bande, ritengono che occorre concentrarsi maggiormente sul contesto che porta alla violenza.

"Per fermare le granate a mano, dobbiamo impedire che le persone cerchino di procurarsele", sostiene Palmkvist.

I democratici svedesi, un partito di destra anti-immigrati che sta guadagnando sempre più terreno nel paese, mettono sul banco degli imputati l'apertura della Svezia nei confronti degli immigrati, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, accuata di aver alimentato la violenza tra bande.

Mentre uno studio condotto da Rostami nel 2012 ha rilevato che il 76% dei membri della banda sono immigrati di prima o seconda generazione, la composizione etnica delle bande è eterogenea (provengono da 35 paesi diversi) e il 42% dei membri delle gang è nato in Svezia.

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Da studi governativi è emerso che la maggior parte delle persone sospettate di reato nel paese è nata in Svezia da due genitori svedesi. E mentre le persone di origine straniera hanno una probabilità di essere sospettate di reato 2,5 volte superiore rispetto alle persone di etnia svedese, la stragrande maggioranza delle persone di origine straniera non è sospettata di alcun reato.

I ricercatori dell'Università di Stoccolma hanno scoperto che le condizioni socio-economiche sono il discrimine che separa l'attività criminale tra gli immigrati e gli altri membri della popolazione.

Rostami ha sottolineato come la Svezia non abbia risposto adeguatamente ai bisogni delle aree socialmente più vulnerabili, con un maggior numero di immigrati e bassi livelli di istruzione e di reddito, il che può aumentare il rischio di criminalità. Inoltre, i sindacati forti mantengono alti i salari di base, il che disincentiva l'assunzione di dipendenti privi di istruzione o di competenze linguistiche in svedese. Secondo le statistiche dell'OCSE, circa il 16,6% degli uomini di origine straniera è disoccupato. uno dei livelli più elevati dell'UE.

Poliziotti sorvegliano la zona coinvolta da un esplosione a Malmo, Svezia, 21 gennaio 2018 Johan Nilsson/TT News Agency/via Reuters

Entrare a far parte di una banda potrebbe spiegarsi parzialmente nella ricerca di una "nuova fratellanza" per far fronte a queste sfide economiche e sociali, spiega Rostami a euronews.

"I nostri modelli e il nostro ethos non stanno raggiungendo quei gruppi e quelle aree che hanno più bisogno di aiuto", ritiene l’esperto.

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Rostami sottolinea anche che una riorganizzazione di massa della polizia svedese nel 2015 ha spostato l'amministrazione da 21 diverse organizzazioni regionali a un'unica agenzia, il che può aver interrotto il passaggio di informazioni con l'intelligence locale.

L'Unione di polizia svedese ha detto che l'autorità di polizia era "in crisi" nel 2016 in risposta a un rapporto del governo pubblicato secondo cui il lavoro di polizia locale non avrebbe avuta la sufficiente priorità con il progredire della riorganizzazione. All'inizio di questo mese, Gunnar Appelgren, sovrintendente della polizia e specialista in violenza tra bande, ha dichiarato al New York Times: "Abbiamo perso la fiducia di coloro che vivono nelle comunità". Gli apprendisti e l'autorità di polizia svedese non hanno risposto a una richiesta di intervista.

Per rispondere a queste preoccupazioni, il governo ha dichiarato che entro il 2020 il bilancio assegnato alla polizia svedese sarà portato a 2 miliardi di corone (194 milioni di euro).

Le bombe a mano sono solo una delle questioni che hanno sorpreso la Svezia nel contesto della violenza. Vi è stato anche un leggero aumento della violenza perpetrata con armi da fuoco, anche se negli ultimi 25 anni i livelli complessivi hanno registrato una tendenza al ribasso. Ci sono state esplosioni di granate non azionate a mano, il che indica che anche le altre bombe possono essere una preoccupazione crescente.

Tenendo questo in mente, Rostami ha detto che il problema delle granate richiede in Svezia una soluzione più ampia. "Non si possono prevenire se non si previene la violenza tra gang", conclude Rostami. "Non puoi mirare solamente alle granate".

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