Francia nel caos e Italia in stallo: cosa è succcesso durante questa settimana

Francia nel caos e Italia in stallo: cosa è succcesso durante questa settimana
Di Euronews
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State of the Union: l'appuntamento settimanale con l'attualità europea

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In questa edizione:

Caos in Francia

È stata una settimana di vacanza, ma la Francia è piombata nel caos: milioni di pendolari hanno subito gravi disagi nel trasporto.
I ferrovieri in sciopero hanno incrociato le braccia per protestare contro il piano di riforma delle ferrovie statali voluto dal governo, che intende trasformare la società ferroviaria, pesantemente indebitata, in un servizio pubblico redditizio. I sindacati, tuttavia, vogliono mantenere quei privilegi speciali dei ferrovieri, comprese le garanzie sul posto di lavoro e il prepensionamento. Entrambe le parti si preparano ad una situazione di stallo che durerà a lungo.

Il cambiamento in Francia avviene sempre in maniera dolorosa, non a caso il Paese è ampiamente conosciuto per le sue rivoluzioni. Come tutti i suoi predecessori, il presidente Emmanuel Macron sta imparando questa lezione proprio adesso. Tuttavia, Macron sta spingendo molto per essere all’altezza delle sue promesse riformiste: questa settimana il suo primo ministro ha annunciato dei cambiamenti nel sistema elettorale che potrebbero ridurre di quasi un terzo il numero dei deputati.
Ha anche proposto di introdurre un certo grado di rappresentanza proporzionale per le prossime elezioni generali, che darebbe più spazio ai gruppi attualmente sottorappresentati in parlamento.
Gli analisti l’hanno definita una mossa coraggiosa volta a ristabilire la fiducia degli elettori in una classe politica largamente screditata.

Nel frattempo in Italia….
È un problema che riguarda anche l’Italia. Le recenti elezioni si sono concluse con un parlamento in stallo in cui nessuna forza politica può governare da sola.
Questa settimana i leader dei principali partiti si sono recati in pellegrinaggio dal presidente Sergio Mattarella, che darà il mandato di formare un governo a chiunque riesca ad avere la maggioranza in parlamento. Ma con diversi partiti populisti rivali e un establishment politico risicato, non sarà un compito facile.
Il processo potrebbe richiedere settimane e alla fine naufragare, il che costringerebbe a tornare al voto, prolungando l’incertezza nel Paese.

Il commercio internazionale in pericolo

Probabilmente la più grande incertezza nel mondo in questo momento è il futuro del commercio internazionale. La guerra sui dazi tra gli Stati Uniti e la Cina non promette nulla di buono per l’economia globale e potrebbe anche peggiorare. Le tensioni tra Washington e Pechino potrebbero andare oltre le tariffe e puntare successivamente agli investimenti.
Non c‘è da stupirsi che l’Organizzazione mondiale del commercio questa settimana abbia lanciato un avvertimento. Qui trovate il nostro servizio.

Nel frattempo, Donald Trump ha ordinato ai suoi funzionari di trovare altri 100 miliardi di dollari di potenziali tariffe sulla Cina, oltre ai 50 miliardi già proposti. Se ci sarà una guerra commerciale o no dipenderà da un accordo dell’ultimo minuto tra i due giganti. Secondo il nuovo consulente economico della Casa Bianca, potrebbero esserci effettivamente trattative con un “gran finale”.

La Siria nelle mani dei potenti

Un risultato del genere sarebbe auspicabile nel caso della guerra civile che in Siria, che va avanti da sette anni e che ha ucciso circa 400.000 persone, secondo le Nazioni Unite.

E’ dubbio che gli Stati Uniti possano far parte di una soluzione per la pace. Donald Trump ha infatti annunciato che ritirerà le truppe americane dal paese, una decisione che ha preso alla sprovvista anche i suoi generali al Pentagono. Una figura chiave del conflitto siriano è il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan. L’uomo forte di Ankara è profondamente antipatico in Europa, eppure Bruxelles ha bisogno di lui per tenere sotto controllo la questione dei profughi.
Queste le ragioni di una foto famiglia piuttosto scomoda scattata durante il recente vertice UE-Turchia in Bulgaria. E poi ci sono la Russia e l’Iran, con cui la Turchia condivide un altro rapporto di odio-amore.

Possono davvero lavorare insieme in Siria?

Il calendario della prossima settimana
Lunedì si apre alle Nazioni Unite a Ginevra, la Convenzione annuale sulle armi convenzionali. Un occasione per discutere delle preoccupazioni circa le armi autonome letali, note anche come “robot assassini”.

Martedì si svolgerà il Digital Day a Bruxelles, che riunisce attori di alto livello nel campo della tecnologia digitale e delle telecomunicazioni.
E martedì e mercoledì, l’amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg testimoniaìerà davanti al Senato degli Stati Uniti e alla Camera dei rappresentanti in merito alla protezione dei dati degli utenti da parte dell’azienda.

Le aziende digitali hanno avuto una settimana difficile.

Prendiamo ad esempio il sistema di condivisione di biciclette con sede a Singapore oBike, attivo in 24 paesi. Convinto che un mezzo di trasporto rispettoso dell’ambiente sia un’attività redditizia nelle città tedesche, oBike ha invaso Monaco con biciclette a noleggio molto economiche.

Il problema è che poi non ha voluto riparare biciclette rotte. Risultato: bici fracassate ovunque e molta frustrazione.

Le conseguenze: oBike ha deciso di ritirare la sua attività da Monaco e ora la città vuole regolamentare tutte le società di noleggio di biciclette.

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Morale della storia: anche nelle nuove economie a volte c’è bisogno di un buon meccanico vecchio stile.

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