Lotta alle fake news = minor libertà di espressione?

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Un gruppo di avvocati ha sollevato una denuncia presso il difensore civico europeo contro il metodo con cui il servizio di azione esterna dell'UE contrasta la disinformazione proveniente dal Cremlino

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Bruxelles dichiara guerra alle notizie false, o meglio alla disinformazione, eppure in questa battaglia non sembra rispettare le regole. Senza dubbio il fenomeno delle c.d. "bufale" su internet negli ultimi anni ha minato la credibilità dei mezzi di coumunicazione e secondo molte persone dovrebbe rappresentare una priorità per l'Unione europea.

Per contrastare la propaganda del Cremlino il servizio di azione esteriore dell'UE ha istituito una piattaforma online contro la disinformazione, ma un gruppo di avvocati ha sporto denuncia al difensore civico europeo, dopo aver esaminato i metodi in cui opera.

Alberto Alemanno, professore di diritto e regolamentazione dell'UE presso l'HEC di Parigi afferma: "i miei peggiori sospetti sono stati confermati quando hanno risposto dicendo di aver seguito un metodo ad hoc nella classificazione delle informazioni che si discosta dagli standard internazionali. Il sistema attuale, sebbene non intenzionalmente, si scontra con il diritto alla libertà di espressione".

La piattaforma in questione è accusata di controllare i contenuti e quindi limitare la professione giornalistica. Una strategia europea per la lotta alle bufale sembra sempre più necessaria alla luce dello scandalo di Cambridge Analytica. Ma dopo questa denuncia si impone una riflessione per la Commissione europea, che nel frattempo sta preparando una "comunicazione" ufficiale ed un piano adeguato per contrastare la disinformazione.

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