Kosovo: l'ombra di Ankara sull'arresto di sei turchi

Uno dei sei arrestati nella controversa operazione avvenuta in Kosovo
Uno dei sei arrestati nella controversa operazione avvenuta in Kosovo
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Di Diego Giuliani
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Pristina nega ogni coinvolgimento, ma il premier silura Ministro degli interni e capo dei servizi segreti. I testimoni accusano: "Operazione condotta dagli 007 di Erdogan". Da settimane la Turchia esercitava pressioni sul governo per stroncare i presunti sostegni locali al clerico Fetullah Gülen

Il premier kosovaro nega ogni coinvolgimento (ma silura Ministro degli interni e capo dell'intelligence)

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Sei cittadini turchi arrestati in Kosovo ed estradati segretamente in Turchia, per presunti legami con la rete di Fetullah Gülen. Il premier kosovaro Ramush Haradinaj nega di essere stato al corrente dell'operazione, ma rimuove il Ministro degli interni, Flamur Sefaj, e il capo dei servizi segreti, Driton Gashi. 

Il premier kosovaro Ramush Haradinaj

Pristina l'aveva in un primo momento imputata a un'assenza di titoli di soggiorno dei sei, salvo poi essere smentita dal direttore del "Mehmet Akif College", la scuola per cui lavoravano cinque degli arrestati, e che secondo Ankara sarebbe stata utilizzata come base per reclutare sostegni al clerico che Erdogan accusa di aver ordito il fallito golpe del luglio 2016. 

Il "Mehmet Akif College" per cui lavoravano cinque dei sei arrestati

La moglie di uno degli arrestati: "Non si trattava della polizia kosovara, ma di agenti di Erdogan"

"La polizia non ci ha detto cosa volessero e dove li stessero portando - racconta Jasim Karabina, moglie d i uno degli arrestati -. Li hanno solo obbligati a seguirli. Ai passanti che ci guardavano abbiamo provato a spiegare che non si trattava della vera polizia kosovara, ma di uomini dei servizi segreti di Erdogan". 

Jasim Karabina, moglie di uno degli arrestati

Interessi economici e alleanze strategiche: gli indizi a carico di un'operazione congiunta

Facendo eco al premier Haradinaj, anche il presidente Kosovaro Thaçi nega di esser stato al corrente dell'operazione, ma sulla dinamica è ancora giallo, con la stampa che accredita l'ipotesi di un'operazione congiunta di Pristina e Ankara e parla addirittura di rimpatrio a bordo di un jet privato. Il giallo interviene sullo sfondo di una crescente pressione esercitata dalla Turchia sul governo kosovaro, per indurlo a intervenire contro la rete di scuole finanziate dal movimento di Fetullah Gülen. Sullo scacchiere geopolitico, Ankara è da tempo un potente alleato e un importante partner commerciale di Pristina. Turca è la gestione dell'unico aeroporto del Paese, così come quella della rete elettrica. E turchi anche gli investimenti da oltre un miliardo e mezzo di dollari, per la costruzione di due strade a scorrimento veloce.

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