L'esodo di massa dal Venezuela diventa crisi umanitaria in Colombia

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Di Monica Pinna
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Il ruolo europeo nel portare alla luce una crisi "invisibile"

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Quinto anno di recessione in Venezuela, da quando il presidente Nicolas Maduro si è instaurato alla Presidenza nel 2013. Oltre 120 manifestanti sono stati uccisi durante le proteste anti-governative del 2017 scatenate dalla virata autoritaria delle istituzioni. Il Fondo Monetario Internazionale quest'anno prevede un'inflazione del 13.000.

Aid Zone Colombia

Cibo e salute. Alla ricerca di questi due diritti fondamentali ogni giorno si spingono fino a 40 mila venezuelani sul ponte Simón Bolívar, principale valico di confine colombiano, a Cúcuta. Questa migrante è arrivata appena in tempo con un'appendicite acuta. Dall'altra parte del ponte, non sono molte le storie a lieto fine come questa. Ospedali fatiscenti, senza luce e medicine sono sono in gran parte al collasso.

A metà del 2017, la Croce Rossa, finanziata dall'ufficio per gli aiuti umanitari dell'Unione Europea, si è installata vicino al ponte. I volontari lavorano in modo discreto su una crisi che nessuno vuole vedere. "La Croce Rossa ha deciso di aprire questa postazione ogni mattina e chiuderla poi alla notte, un modo per alzare la mano e dire: 'Qui sta accadendo qualcosa, dobbiamo attirare l'attenzione su questo problema. C'è una crisi invisibile su entrambi i lati", ci racconta Javier Francisco González, manager locale della Croce Rossa tedesca.

Tre infermieri e un dottore sono sempre in servizio all'interno della tenda del pronto soccorso. Ci sono persone con malattie croniche che hanno bisogno di un semplice medicinale a buon mercato, non più disponibile in Venezuela. Ci sono malati di cancro che cercano disperatamente di riprendere i trattamenti o persone malnutrite, come fa notare anche Juan Carlos González, Coordonatore del Centro di Pronto Soccorso della Croce Rossa. "Stiamo dando assistenza a un ragazzo che è svenuto, l'abbiamo portato qui e sembra soffra di malnutrizione, ogni giorno trattiamo da cinque a sei casi come questo."

Il punto di soccorso della Croce Rossa è stato allestito vicino all'ufficio immigrazione, dove oltre 3.000 migranti fanno la coda ogni giorno per timbrare il passaporto. Molti hanno impiegato giorni per attraversare il confine. Per questo dare notizie alle famiglie è una priorità. La Croce Rossa colombiana offre un servizio per contattare i familiari. Potete avvicinarvi alla tenda e connettervi a Internet.

"La prima cosa che abbiamo fatto è stato ricaricare il telefono per chiamare la nostra famiglia, che non sentivamo da 4 giorni, tanto è durato il nostor viaggio. Le guardie sul confine venezuelano chiedono 10 dollari a persona per timbrare il passaporto. Se non li hai, resti in coda per giorni e giorni. Questa procedura deve essere gratuita. Non hanno il diritto di chiedere denaro", ci racconta un uomo. 

Di fronte a questo massiccio afflusso di migranti, la Colombia ha chiesto aiuto alla comunità internazionale. Il commissario europeo per gli aiuti umanitari Christos Stylianides ha recentemente visitato Cúcuta, annunciando che l'Europa fornirà 2 milioni di euro al Venezuela e 6 milioni alla Colombia.

La Colombia ha i mezzi per affrontare questa crisi e come può essere d'aiuto l'Unione Europea? "Per le autorità colombiane è una sfida enorme affrontare questa situazione senza precedenti, perché devono fare i conti anche con i loro problemi interni", dichiara il Commissario europeo per gli aiuti umanitari, Christos Stylianides. Mi riferisco al processo di riconciliazione e al processo di pace, quindi dobbiamo fornire aiuto umanitario ad entrambe le parti, al Venezuela e alla Colombia. In modo particolare in Venezuela, stiamo cercando di trovare come portare medicine e stiamo studiando progetti per affrontare la malnutrizione acuta."

Sempre più famiglie venezuelane si stabiliscono a Cúcuta. I migranti illegali, senza documenti, trovano capanne a poco prezzo negli "insediamenti". Qui il Consiglio Norvegese per i Rifugiati, sostenuto dall'Ufficio Aiuti Umanitari dell'Unione europea, organizza attività per 500 bambini per lo più al di fuori del sistema scolastico. L'obiettivo è riportarli in classe. Luz Yadyra Galeano Saavedra, dell'NRC sottolinea come ora i bambini venezuelani possono accedere alla scuola, ma il loro diritto non assicura che continuino a studiare. "Questo perché molti non sono regolari nel Paese, ovvero i loro genitori non hanno documenti il che nega loro l'acecsso a ogni tipo di assistenza in Colombia. Ad esempio, questi bambini non ricevono alcun certificato quando finiscono l'anno scolastico."

Sono oltre quattro mila gli alunni venezuelani iscritti nelle scuole del dipartimento di Norte de Santander. Tra loro le figlie di Andreina. Questa famiglia si è stabilita illegalmente a Cúcuta tre anni fa. Andreina in Venezuela era infermiera, aveva una vita normale. Le sue figlie hanno aspettato un anno prima di essere accettate a scuola. Andreina Liced Lois Rincòn, una migrante venezuelana ci racconta che i bambini ora riescono a studiare regolarmente. "Regolarmente per quanto riguarda la questione documenti, ma finanziariamente la situazione è tutt'altro che normale. Non è facile mantenere tre bambini a scuola quando sei straniero e senza documenti. Se riusciamo a comprare da mangiare, come facciamo a comprare il materiale scolastico, come le uniformi, le scarpe. E' difficile".

Si stima che a Cúcuta vivano 230.000 immigrati clandestini. L'Alto Commissariato per i Rifugiati dell'ONU sta lavorando con il governo: obiettivo registrarli e migliorare le loro condizioni di vita.

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