A un anno esatto dall'ufficiale addio all'Europa, dati di PIL e occupazione sgombrano i cieli britannici dalle catastrofiche profezie della vigilia. Al pari dei mercati, l'economia reclama però certezze. E i consumatori pagano il crollo della sterlina, con l'impennata dell'inflazione
L'economia rallenta, ma continua a crescere
Più che nuvoloni, incertezze. A un anno esatto dalla prevista ufficialità dell'addio all'Europa, i dati dell'economia britannica sembrano aver sgombrato i cieli del Regno Unito dalle catastrofiche profezie della vigilia. L'economia di Sua Maestà ha sì rallentato, certifica l'Ufficio statistico nazionale, ma continua a crescere nonostante la Brexit si avvicini ogni giorno di più.
Più che rassicurazioni, economia e mercati vogliono chiarezza
Al pari di investitori e mercati, il settore terziario - vero traino dell'economia d'oltremanica - sembra esigere più certezze che rassicurazioni. "È soprattuto di chiarezza che abbiamo bisogno - dicono dal celebre 1 Lombard Street -. Di sapere cioè cosa accadrà e quando accadrà. Ci servono date. Con le conseguenze dell'addio all'Europa potremo convivere, ma non possiamo restare a lungo nell'incertezza ".
Già in ripresa al momento del referendum, il mercato del lavoro sembra poi impermeabile ai timori da Brexit, con la disoccupazione, calata di un punto percentuale in due anni.
I timori in congelatore: l'occupazione vola in attesa della prova dei fatti
In attesa che la nebbia di Londra si diradi sul futuro delle relazioni con Bruxelles, i timori sembrano al momento congelati,in attesa della prova dei fatti. "Non prevediamo che l'impatto delle preoccupazioni per la Brexit si faccia davvero sentire, almeno fino al 2021-2022 - dice Mat Oakley di Savills UK, società specializzata in ricerche e indagini di mercato -. Le stesse imprese stanno tuttora faticando a misurarlo".
La sterlina vacilla e l'inflazione affonda il potere d'acquisto
Misurabile, e soprattutto per le tasche dei consumatori, è invece l'allungo dell'inflazione: un incremento di oltre due punti percentuali dal 2015 che, sospinto dal crollo del valore della sterlina sull'euro, ha pesantemente intaccato il potere d'acquisto, lasciando soprattutto le fasce più deboli in affanno nella perenne rincorsa ai prezzi in aumento.