Trèbes, parlano i testimoni dell'attacco al supermercato

Trèbes, parlano i testimoni dell'attacco al supermercato
Di Alberto De Filippis
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Omicidi a sangue freddo quelli del terrorista "ridendo, per giunta"

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Un piccolo paese di appena 8000 anime, Trèbes si è ritrovato al centro di un incubo quando Radouane Lakdim ha rubato un'auto per iniziare a lasciare la sua scia di sangue. Circondato dalla polizia appariva sabato mattina il supermercato che è stato teatro della presa d'ostaggi e dell'assalto dei corpi speciali della polizia.

Dice una donna: "Una cittadina come Trèbes, cosi' calma, non è possibile che accada qui una cosa del genere. E' una cosa che colpisce tutti".

"Conosceva le vittime", chiede il giornalista. "Si due, il macellaio e il cassiere".

Un impiegato del supermercato racconta la sua esperienza: "La gente correva dappertutto, qualcuno diceva che ci fossero persone ferite a terra, quello gridava "dio è grande" in arabo, stava rivendicando quello che aveva fatto. Poi si è messo a sparare su tutti ed ha ammazzato il responsabile del reparto macelleria. Il mio capo è stato ucciso cosi', è arrivato dietro al terrorista, in cassa, cercando di aiutare la cassiera, e quello gli ha sparato in testa, ridendo per giunta".

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