La salute degli astronauti per la salute dei "terrestri"

La salute degli astronauti per la salute dei "terrestri"
Di Jeremy Wilks
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Tra Berlino, Newcastle e i Paesi Bassi andiamo alla scoperta delle nuove tecniche e delle nuove tecnologie per risolvere i problemi di salute degli astronauti e di chi resta...con i piedi per terra. A cominciare dal mal di schiena.

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Il giornalista di Euronews, Jeremy Wilks, ci presenta un nuovo episodio della rubrica "Space".

"Ciao a tutti...e benvenuti in "Space"! Questo mese parliamo di salute. La ricerca sulla Stazione Spaziale Internazionale non solo ci aiuta a conoscere meglio il corpo umano, ma ci aiuta anche a sviluppare nuovi metodi per affrontare problemi comuni come il mal di schiena. Scopriamone di più."Gli astronauti fanno un lavoro fuori dal comune e...dal mondo. Vedono l'alba e il tramonto 16 volte al giorno, e nel corso delle settimane e dei mesi in orbita i loro corpi cambiano, dentro e fuori. Perdono massa muscolare e massa ossea, e molti aspetti della loro salute sono influenzati dal loro lavoro.

Di fatto, dedicano loro stessi alla scienza.

"Non andiamo certo nello spazio per il panorama", dice sorridendo l'astronauta italiano Luca Parmitano. "Non siamo turisti, siamo astronauti. Gli astronauti ci vanno solo per la scienza, per la tecnologia e per la manutenzione della stazione spaziale".

La temperatura del cervello

Berlino ospita alcuni dei più interessanti studi sulla salute degli astronauti.

I ricercatori del Charité - Universitätsmedizin Berlin hanno sviluppato un nuovo sensore unico, montato sulla testa, per monitorare la temperatura corporea interna degli astronauti.

"Vogliamo avere la temperatura del cervello, perché il cervello è l'organo più importante, non solo per gli astronauti, ma per tutti", spiega Hanns-Christian Gunga, professore di fisiologia all'Università di Berlino.

La sorpresa è che gli astronauti, che si allenano ogni giorno, hanno una temperatura corporea interna più alta nello spazio rispetto a quella sulla Terra. E nessuno riesce a spiegare il perché.

"Il cervello è molto vulnerabile a qualsiasi cambiamento di temperatura", continua il professor Gunga. "Il tempo di comprendere e di seguire le cose, ad esempio, o prendere decisioni cognitive...ci vuole più tempo, se hai una temperatura più alta".

Mentre lo studio sugli astronauti continua, il professor Gunga sta anche adattando il sensore di temperatura montato sulla testa per chi lo utilizza sulla Terra, dai pompieri alle sale di ricovero post-operatorie.

"Abbiamo bisogno di attrezzature che non siano invasive, facili da maneggiare, che siano leggere, robuste, alimentate a batteria. Tutto questo è già sviluppato nello spazio per gli astronauti", conclude il professor Gunga.

Quel maledetto mal di schiena "spaziale"

Galleggiare nello spazio può sembrare un sogno, ma non mancano certo i problemi.

Più della metà degli astronauti si lamenta del mal di schiena, qualcosa che riguarda anche metà della popolazione della Terra.

"Ovviamente ho sentito anch'io la colonna vertebrale allungarsi, in orbita, perché i muscoli si contraggono costantemente", racconta Luca Parmitano. "Ho sentito molto dolore alla schiena. Semplicemente i muscoli della schiena, i muscoli sottili intorno alla colonna vertebrale, non sono cosi forti e resistenti, perché è davvero difficile allenare quei muscoli".

​​Alla Northumbria University, a Newcastle, nel nord dell'Inghilterra, i ricercatori stanno lavorando al problema causato dai mal di schiena.
E pensano di aver trovato un metodo per stimolare i muscoli intorno alla colonna vertebrale, utilizzando un dispositivo convertito per fare esercizi. Usano gli ultrasuoni per osservare i muscoli in azione.

"Qui abbiamo la nostra Kirsty, che si sta esercitando sul nostro FUNCTIONAL READAPTIVE EXERCISE DEVICE, ci piace accorciarlo in FRED", spiega Andrew Winnard, professore di biomeccanica. "FRED si occupa esclusivamente dell'allenamento e del recupero dei muscoli spinali e posturali profondi".

Questo movimento, apparentemente semplice, di fianchi, gambe e piedi è in realtà molto difficile da padroneggiare, perché il meccanismo di resistenza è stato rimosso dallo strumento.

"Poiché non c'è resistenza al movimento, come ci sarebbe in un normale cross trainer, Kirsty deve effettivamente generare la propria resistenza nelle gambe", spiega il professor Nick Caplan, docente di medicina aerospaziale e riabilitazione. "Così come la gamba anteriore va verso il basso per la forza gravità, la gamba posteriore deve cercare di resistere a quel movimento 'di caduta' della gamba anteriore".

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Ora il team di studiosi vuole inviare un'attrezzatura simile alla Stazione Spaziale Internazionale per testare gli astronauti. Nel frattempo stanno provando a risolvere davvero il problema del mal di schiena.

"Tutto il lavoro che stiamo facendo qui su FRED, ci auguriamo che si applichi anche per accelerare la riabilitazione di chiunque soffra di lombalgia causata da postura sedentaria alla scrivania", dice il professor Winnard.

Telemedicina Terra-Spazio

Per due decenni la Stazione Spaziale Internazionale ha offerto agli astronauti un rifugio sicuro nello spazio. Sono seguite molte innovazioni, compresa la telemedicina, che fornisce assistenza sanitaria a distanza.

Qui, nel cuore tecnico dell'ESA (European Space Agency) nei Paesi Bassi, l'ingegner Arnaud Runge ci mostra un prototipo di telemedicina che consente a un medico di dirigere la macchina ecografica della Stazione Spaziale dalla Terra.

"L'idea è che l'astronauta sia in grado di mettere questo strumento sul proprio corpo, nel punto in cui si vuole guardare e ottenere un'immagine", spiega Arnaud Runge, ingegnere biomedicale. "E il medico, a distanza, usa il joystick per controllare i movimenti degli ultrasuoni e per indirizzarlo nella posizione in cui ha bisogno di ottenere l'immagine che desidera".

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La ricerca sulla salute nello spazio copre una vasta gamma di settori, dagli esercizi di cognizione ai nuovi farmaci. Gli stessi astronauti sono la perfetta combinazione di paziente volontario e assistente scientifico.

"Sappiamo cosa mangiano, sappiamo che esercizi fanno, molto accuratamente, conosciamo il loro tipo di sonno", continua il professor Caplan. "Quindi, in questo caso, abbiamo una popolazione estremamente controllata, senza i fattori di disturbo che si vedono in genere nella popolazione qui sulla Terra".

Naturalmente lo spazio è speciale, ed essere speciale fa sì che ossa e muscoli degli astronauti si indeboliscano. Lo spazio è responsabile anche delle modifiche alle loro cellule e agli organi.
Urgono esperimenti!

"C'è una cosa che è impossibile eliminare sulla Terra, ed è l'accelerazione verso il centro della Terra, la gravità", commenta Luca Parmitano. "In orbita possiamo fare esperimenti scientifici rimuovendo quella specifica accelerazione, e quindi, anche se è la stessa scienza, i risultati saranno sempre diversi".

Questi risultati ci insegnano molto sulla fisiologia umana; lezioni che dovrebbero arrivare anche a noi "terrestri".

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"Le tecnologie che manterranno gli astronauti in buona salute durante le missioni su Marte saranno le tecnologie che i nostri figli e nipoti potranno utilizzare per una miglior salute in futuro", conclude l'ingegner Runge.

Gli esseri umani potrebbero non essersi evoluti per la vita in orbita, ma imparare a vivere lassù ci aiuta a saperne di più su come rimanere sani quaggiù sulla Terra.

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Journalist • Cristiano Tassinari

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