E' il terzo "niet" che Atene rivolge ad Ankara sull'estradizione degli 8 militari fuggiti in Grecia: secondo la Corte d'appello, in patria rischierebbero trattamenti inumani.
La giustizia greca ha negato per la terza volta l'estradizionedegli 8 soldati turchi che si erano rifugiati nel paese dopo il fallito golpe militare del 15 luglio 2016.
Durante l'udienza, avvenuta nella Corte d'appello di ATENE, il pubblico ministero Evgenia Kyvelou ha sottolineato come la Corte suprema Greca avesse già stabilito - nell'esame della prima richiesta d'estradizione - che gli 8 uomini non dovessero essere rimandati in Turchia, per il rischio che fosse negato loro un processo equo e che fossero sottoposti a trattamenti inumani. Kyvelou ha inoltre definito inconsistenti gli ele menti fornite dalla turchia per provare il loro coinvolgimento.
Una decisione che ha fatto infuriare il governo turco, e che è probabilmente destinata a rintuzzare ulteriormente le tensioni che da decenni si trascinano tra i due paesi. Appena qualche giorno fa, un tribunale greco aveva respinto un'altra richiesta di estradizione proveniente da Ankara, che chiedeva il rientro in patria di Halaz Secer, una 21enne che secondo le autorità turche sarebbe parte del Fronte rivoluzionario di liberazione popolare (DHKP-C), organizzazione di estrema sinistra inserita nell'elenco delle sigle terroriste da Turchia, USA e Unione europea. Per convincere la giustizia e l'opinione pubblica greca delle tesi accusatorie, stavolta, alcuni media vicini al governo turco avevano pubblicato, subito prima dell'udientza, un video che ritraeva i militari nella notte del golpe, appena qualche istante prima che lasciassero il paese con un elicottero dell'esercito.
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