Rio, uccisa attivista. La città in preda alla violenza

Rio, uccisa attivista. La città in preda alla violenza
Di Alberto De Filippis
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Marielle Franco si era battuta contro l'esercito nelle favelas

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È stata un'esecuzione in piena regola. È stata uccisa a colpi d’arma da fuoco in pieno centro di Rio de Janeiro, mentre tornava a casa, così è morta Marielle Franco.

Era una militante per i diritti umani e consigliera comunale. Assassinata insieme al suo autista. Un’auto si è affiancata a quella della donna ed ha aperto il fuoco; è sopravvissuta l’assistente della politica. Franco era membro del partito di sinistra PSOL. Il governo brasiliano afferma in una nota che seguirà il caso.

Un commosso Tarcisio Motta, anche lui consigliere municipale dello stesso partito: "La nostra posizione di critica nei confronti delle operazioi di polizia nelle favelas non cambia. L'esercito nelle strade non è la soluzione al problema della violenza e ancora meno la via per risolvere l'omicidio di Marielle.

A Rio è esplosa una violenza endemica e il governo cittadino d'accordo con le autorità nazionali, ha pensato bene di mandare gli uniformati nei quartieri più poveri della città, rispondendo alla violenza con la violenza. Fra i due fuochi sono rimaste coinvolte persone come Marielle Franco che si occupava di diritti civili ed aveva nemici sia fra i narcotrafficanti che controllano le favelas che fra ampie fette dell'autorità

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