Putin: cattivo in Occidente, buono in Russia. Perché?

Putin: cattivo in Occidente, buono in Russia. Perché?
Diritti d'autore REUTERS/Maxim Shemetov
Di Joël Chatreau
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Dopo 18 anni al potere, è ancora il favorito delle elezioni presidenziali. Come mai?

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Vladimir Putin, rieletto presidente russo ancor prima delle elezioni di domenica 18 marzo, è tanto detestato in occidente quanto amato in patria. I due punti di vista estremi sono legati perché più viene accusato di ogni sorta di malefatta, in particolare dagli Stati Uniti, più i russi tendono a fare quadrato intorno a lui - almeno questo è ciò che rivelano i sondaggi.

Putin è al potere da ormai 18 anni. Eppure durante questa campagna elettorale la tensione diplomatica è stata alta come non mai, tanto che molti esperti di politica internazionale credono che sia iniziata una nuova "Guerra Fredda" di cui non si intravede la fine.

Ma perché esiste un divario di percezione così netto intorno all'inquilino del Cremlino tra la maggior parte dei Paesi occidentali e i suoi concittadini?

Sputnik/Alexei Druzhinin/Kremlin/File

Perché è "il cattivo", in Occidente

UCRAINA

Una delle ragioni può essere il conflitto in Ucraina. L'Occidente non ha ancora digerito l'intervento militare della Russia nel Paese. All'inizio del 2014, nella piazza Maïdan Nezalezhnosti di Kiev, la capitale, è scoppiata una rivolta studentesca per chiedere al presidente filo-russo Viktor Yanukovych e al primo ministro Mykola Azarov di firmare un accordo con l'Unione Europea. Repressa nel sangue dalle autorità ucraine, si è presto diffusa in altre zone del paese, incoraggiata da americani e dagli europei, ed è culminata nella cacciata di Janukovych.

Vladimir Putin, che non ha riconosciuto il governo ad interim, ha inviato le sue milizie senza uniforme - ma comunque parte dell'esercito russo - per sostenere i separatisti nella parte orientale del paese e occupare la penisola di Crimea in barba ai moniti dell'Occidente. I violenti combattimenti hanno lasciato sul campo almeno 10.000 persone. Il caso si è chiuso con un referendum, considerato illegale dalla comunità internazionale. La Crimea, i cui residenti si sono sempre sentiti un po' russi, dal 18 marzo 2014 è entrata a far parte della Federazione. Il trattato è stato ratificato dalla Duma due giorni dopo.

SIRIA

Nel 2011 fiorisce, anche se per poco, la "Primavera" siriana. La ribellione diventa armata e viene guidata da gruppi di opposizione sostenuti da alcuni paesi occidentali. Allo stesso tempo, il gruppo terroristico dello Stato Islamico continua a guadagnare sempre più terreno in Siria. Il regime autoritario di Bashar al-Assad è sotto minaccia.

Vladimir Putin vuole rimanere un forte alleato del presidente siriano e lo dimostra. La Russia pone il veto su ogni risoluzione presentata al Consiglio di sicurezza dell'ONU per denunciare i crimini di guerra del regime di Damasco. Ce ne saranno ben 11, in totale.

Nel 2015, la Federazione entra nel conflitto a gamba tesa, con tutto il suo potenziale bellico, dispiegando grandi risorse militari sul fronte siriano. Anche in questo caso, il leader del Cremlino coglie di sorpresa i leader occidentali. L'offensiva schiaccia gli jihadisti e i gruppi ribelli, liberando gran parte del territorio, e salva letteralmente Bashar al-Assad.

LE ELEZIONI USA

Nel bel mezzo della campagna elettorale statunitense del 2016, i servizi segreti americani hanno rilevato massicci attacchi informatici da parte di hacker russi. Putin odia Hillary Clinton, la candidata presidenziale democratica, e il sentimento è ricambiato. I russi sono accusati di aver favorito l'elezione di Donald Trump, che ha espresso la sua simpatia per il capo del Cremlino in più occasioni.

Un'operazione analoga è stata osservata durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali in Francia nel 2017, sui social network russi e attraverso la televisione di stato. Questa volta, la preferenza d di Vladimir Putin si è spostata su Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Front National ricevuta a Mosca. Emmanuel Macron, rivale di Le Pen al ballottaggio, ha accusato la Russia di aver diffuso informazioni false per destabilizzarlo. Vince comunque le elezioni il 14 maggio, Putin ha mancato il bersaglio.

REUTERS/Maxim Shemetov

Perché è "il buono" in Russia

Gran parte dei russi ha paura di ripiombare nella totale confusione politica ed economica sperimentata all'inizio degli anni '90, dopo la caduta del comunismo. E Vladimir Putin li rassicura, soprattutto nelle province dove la vita quotidiana rimane tuttora incerta. Gli elettori preferiscono il noto rispetto all'ignoto.

Il Presidente russo governa con il pugno di ferro ma ha restituito al Paese il suo orgoglio e la sua grandeur. Non più umiliazioni, che ora infligge lui ad una parte dell'Occidente. La Russia è tornata sulla scena internazionale. La popolarità di Putin tra la popolazione è cresciuta dopo i giochi di Sochi e l'annessione della Crimea. Il 18 marzo, Mosca festeggerà i quattro anni da quell'incredibile prova di forza.

L'esercito inoltre ha riacquisito il prestigio di un tempo, distinguendosi su diversi fronto militari. All'inizio di marzo, Putin ha pronunciato uno dei discorsi più bellicosi del suo lungo "regno". Ha presentato nuove, "invincibili" armi e ha minacciato Washington di "risposta immediata" in caso di attacco nucleare.

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui Vladimir Putin potrebbe essere rieletto in maniera quasi plebiscitaria. Per anni ha imbavagliato i media russi o li ha controllati al 100 per cento, e in queste elezioni presidenziali ha fatto in modo che il suo principale oppositore, Alexei Navalny, fosse escluso dalla corsa, non ammissibile a causa di una condanna giudiziaria che pende sul suo capo fino al 2024. A quel punto Putin avrà completato il suo quarto mandato, al vertice della piramide di potere russa per un quarto di secolo.

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