Cuba al voto per il "dopo-Castro"

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Il Paese al voto (senza opposizione) per rinnovare l'Assemblea Nazionale che eleggerà il successore di Raul Castro. I favori sono tutti per il delfino Miguel-Diaz Canel

Primo dalla morte di Fidel, ultimo del Castrismo: Cuba e un voto che resterà nella storia

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Cuba ieri al voto per storiche elezioni legislative, che porteranno a individuare chi rileverà la guida Paese dopo quasi 60 anni di "Era Castro". Prima dalla morte del leader Maximo, Fidel, nel 2016, la consultazione - a lista rigorosamente unica - è stata definita dal fratello e presidente uscente Raul, come espressione della volontà popolare di "difendere socialismo e rivoluzione dalla minaccia imperialista degli Stati Uniti". 

Foto: REUTERS/Alejandro Ernesto

Via i Castro, resta il Castrismo? La successione naturale di Miguel-Diaz Canel

L'opposizione, assente dalle liste, aveva comunque invitato a votare per un appuntamento che si preannuncia senza sorprese. Successore "naturale" dei Castro è infatti Miguel-Diaz Canel, alto papavero del Politburo del Partito Comunista e presidente di Consiglio di Ministri e del Consiglio di Stato, che ad aprile procederà alla nomina del prossimo Presidente. "Le relazioni con gli Stati Uniti si sono deteriorate a causa di un'amministrazione che ha offeso Cuba, rafforzato il blocco ai suoi danni e rispolverato una retorica da Guerra Fredda", le parole con cui Miguel-Diaz Canel ha provato a dare il là della sua possibile linea, al momento del voto. Numerosi osservatori concordano tuttavia sul fatto che, per quanto sia da tempo una figura centrale della politica cubana, manchi di autorità e carisma riconosciute ai suoi predecessori e dovrà quindi costruire la sua legittimità con non facili interventi, che migliorino concretamente le condizioni di vita dei cubani.

Foto: REUTERS/Alejandro Ernesto
Il successore "naturale" di Raul Castro, Miguel-Diaz CanelFoto: REUTERS/Alejandro Ernesto

Cambiare tutto, perché non cambi niente. Il rinnovamento della continuità

Portavoce dell'interpretazione che il governo attribuisce a queste elezioni è stato il Ministro degli esteri Bruno Rodriguez, che alla stampa ha parlato di elementi di "rinnovamento" e "continuità". Continuità che sarà peraltro incarnata anche dalla permanenza di Raul Castro ai livelli più alti della politica. A lui toccherà infatti rilevare le redini del Partito comunista cubano, fino al suo congresso del 2021.

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