La vendetta del GRU su Skripal, il servizio segreto "superiore a Putin"

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Di Diego Malcangi
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Mario Scaramella ci descrive il GRU, l'unità d'élite dei servizi segreti russi. Il suo vizio di uccidere, la vendetta come regola. I dissidenti testimoniano come nella sua sede, vicino Mosca, i disertori vengano arsi vivi davanti agli occhi dei cadetti

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Un'opinione sull'avvelenamento di Sergei Skripal l'abbiamo chiesta a Mario Scaramella, analista il cui nome balzò all'attenzione della cronaca nel 2006, quando fu assassinata a Londra un'altra ex spia russa, Alexander Litvinenko. Scaramella era lì quando Litvinenko sorseggiò un tè con la dose letale di polonio.

Litvinenko era un ex KGB mentre Skripal, avvelenato pochi giorni fa con un agente nervino e ora in fin di vita all'ospedale, era del GRU.

Glavnoe razvedyvatel'noe upravlenie (in russo: Главное разведывательное управление) o GRU, traducibile in italiano come Direttorato principale per l'informazione, non dipende dallo stato maggiore delle forze armate, svolge servizi di intelligence e fu fondato nel 1918 da Lenin stesso.

"La verità è che il caso è completamente diverso, e forse anche più severo di quello che io ho vissuto da testimone, quello di Litvinenko. Perché intanto il GRU, a differenza del KGB e dell'FSB, che riguardavano il passato e il presente di Litvinenko all'epoca, non esiste. Quando noi come commissione parlamentare chiedemmo informazioni allo Stato russo su un determinato ufficiale del GRU ci rispose il Ministero degli Esteri russo dicendo 'ma non esiste nessun GRU'. Invece è noto a livello di bibliografia spionistica il ruolo di questa intelligence centrale militare, che è una élite tra le élite, ma è totalmente negato"

Del GRU si sa molto poco, e lo si sa grazie ai dissidenti fuggiti in occidente. Tra questi Viktor Suvorov, che ha rivelato l'esistenza dell'acquario.

"L'acquario è la sede del GRU, vicino a Mosca. E l'acquario è la cristalleria all'interno della sede del GRU dove il cadetto viene portato ad osservare un defezionista catturato che viene arso vivo davanti ai cadetti. Perché gli si dice al momento del battesimo, al momento in cui entrano in servizio, 'questa è la fine dei traditori'."

Ma perché colpire ad anni di distanza un agente che non rappresentava ormai più un pericolo? Qual è la logica che porta a un atto del genere, nel Regno Unito e nel pieno di tensioni già forti tra Russia e Occidente?

"Putin ha avuto certamente successo sulla sua linea dura, di forte retorica che richiama i toni dell'Unione sovietica, ha avuto sempre successo. E fin dove è stato possibile, incluso l'omicidio Litvinenko, lui lo ha capitalizzato. Cioè ha fatto proprio quello che è accaduto, che potesse sottolineare la sua forza, potenza, soprattutto in questa comunità che poi è il livello più evoluto dei rapporti internazionali. Il sospetto che è stato dichiarato responsabile dell'omicidio Litvinenko, il giorno in cui arrivava la condanna da parte britannica, ha avuto la medaglia da Putin."

"Il gioco interno del GRU, non voglio dire che è addirittura superiore al livello di Putin, ma parliamo di una struttura che ha una tale identità, una tale forza, che ha come obiettivo prioritario - ne va della propria esistenza - quello di eliminare i disertori e i traditori. Poi farà i conti all'interno con i giochi di potere, certamente Putin è più forte di un presidente d'altri tempi - penso a Eltsin -, è più forte probabilmente anche di quelli che erano i segretari del PCUS. E d'altronde noi abbiamo notizie di pochissimi: Penkovsky, che era il grande ufficiale del GRU che aiutò l'amministrazione Kennedy a gestire la crisi di Cuba, ha fatto la stessa fine"

"Altri defezionisti non ce ne sono, sono pochissimi. Suvorov vive sempre protetto e molto attento, molto scaltro da decenni. Lunev è soggetto a protezione particolare. E d'altronde quello che loro hanno raccontato in Occidente è di straordinario rilievo."

"Il KGB è qualcosa che ha avuto migliaia di appartenenti: in ogni scuola, in ogni ufficio, in ogni angolo c'era il funzionario del KGB. Il GRU è qualcosa di diverso: parliamo di operativi del massimo livello, che hanno in più un inquadramento politico di tale livello che sono quelli che - si sa oggi - hanno armato i peggiori terroristi, le peggiori vicende, e quando uno di loro passa dall'altra parte, la promessa di non dimenticarsi di lui purtroppo viene quasi sempre mantenuta."

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