L'analisi dell'istituto Cattaneo che mette a confronto voti assoluti e variazioni percentuali di liste e coalizioni nelle due tornate elettorali 2013 e 2018
L’Istituto di studi e ricerche Carlo Cattaneo ha pubblicato un'analisi chiamata _Elezioni politiche 2018 - Chi ha vinto e chi ha perso _in cui mette a confronto la tornata elettorale del 2013 con quella del 2018. Ecco i principali punti evidenziati riflettendo sul voto ai partiti e alle coalizioni per la Camera dei deputati.
- Il Partito Democratico ha perso più di due milioni e mezzo di voti: una variazione percentuale, tenendo conto dell'affluenza e del numero di elettori, pari a -30,2% (anche se in termini di punti percentuali alla Camera ha ottenuto il 6.7% in meno);
- Boom non solo di Cinque Stelle e Lega, ma anche dei partiti alla sinistra o alleati del PD:
da
332.319 nel 2013 a 1.323.049 nel 2018, in parte grazie all’apporto della lista +Europa di Emma
Bonino che raccoglie 829.298 ma non riesce a entrare comunque in Parlamento (stesso discorso per
Civica popolare Lorenzin e Italia Europa
Insieme)
;
- ll Movimento 5 Stelle (M5s) aumenta i propri voti di oltre un milione e mezzo (il 20,9 % in valori assoluti), passando da 8.704.809 nel
2013 a 10.522.272. Molti commentatori vedono un travaso diretto di preferenze dal PD, che ne ha perse 2.6, al M5S;
- Forza Italia, che nel 2013 aveva perso quasi metà dei propri consensi sul 2008, continua la
discesa passando da 7.332.134 voti a 4.535.742, ossia una variazione negativa pari al – 38,1%. La Lega, come è noto, ha invece triplicato il numero di voti rispetto al 2013.
- Per la prima volta dal 1994, si legge nello studio, i **rapporti di forza all’interno dell’alleanza di centro-destra **si sono completamente ribaltati. I voti al partito delle “camicie verdi” pesano oggi oltre il 50% nel contesto dell’intera coalizione di centro-destra. Tra il 1994 e il 2001 il partito di Umberto Bossi “pesava” circa il 30% all’interno dello schieramento, con un significativo calo – circa il 15% – dal 2006 al 2013, nella fase in cui la Lega attraversava un periodo di crisi di leadership e di organizzazione. Nel 2018 Salvini ha alterato radicalmente questa tendenza, ponendo il partito “Lega-Salvini” quale pilastro principale (55,5%) dell’area politica che fa riferimento al mondo lega-forzista.
Liberi e uguali (Leu) prende sostanzialmente i voti che una volta erano di Sinistra Ecologia Libertà: crescita di poco più di 6.000 voti (+0,6% in valore percentuali sui valori assoluti), equivalente a +0,2% in punti percentuali sul risultato del 2013;
L’area della sinistra radicale vede ridurre i propri
consensi di quasi 1 punto percentuale (da 2,5% a 1,6%).
Dall’altra parte, nel contesto della destra radicale si nota una crescita dei voti pari a 430.558 voti.