Jean-Claude Juncker e il "faticoso" ampliamento dell'UE

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Bruxelles riapre la porta all'adesione di 6 paesi dei Balcani occidentali. Ospite a Global COnversation il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker.

La nuova strategia di allargamento UE passa dai Balcani

Nel 2014 i leader europei non pensavano a un nuovo allargamento. Complici l’aumento dell’euroscetticismo e le conseguenze della crisi dell’eurozona. Oggi Bruxelles riapre la porta all’adesione di 6 paesi dei Balcani occidentali. Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha visitato tutti questi stati. Lo abbiamo incontro qui a Sofia, ultima tappa del suo tour. Presidente Juncker, benvenuto e grazie per essere con noi.

Efi Koutsokosta, euronews: “Iniziamo dagli stati considerati i favoriti in questo processo di adesione alla UE, ovvero Serbia e Montenegro. Parlando francamente, quanto è realistico questo scenario, viste le controversie esistenti?”

Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione UE: “Non stiamo discutendo di date, ma stiamo discutendo del processo in corso. Sto cercando di far capire ai governi e agli altri di questa regione tutte le condizioni e i criteri per l’adesione che devono essere rispettati, al momento non lo sono e quindi ci vuole tempo. La data che abbiamo indicato, il 2025 non è una promessa. Dovete sapere che nella vecchia Europa, nell’Europa occidentale, ma non solo lì, c‘è una specie di stanchezza verso l’allargamento e questo riguarda anche i casi di Serbia e il Montenegro. Ma loro stanno andando bene e dobbiamo aiutarli.”

5 days, 7 destinations. My unforgettable #WesternBalkans tour ends today in #Bulgaria. The Leaders’ meeting in #Sofia confirmed our joint priorities: forging a credible European perspective for the #WesternBalkans on the basis of reforms, values and economic cooperation. pic.twitter.com/qyVF3m7PD2

— Jean-Claude Juncker (@JunckerEU) March 1, 2018

Serbia in Europa? Dopo risoluzione problemi con Kosovo

euronews: “Ma c‘è un altro fattore lì. La Serbia ha stretti legami con Mosca, molto attiva nella regione. Sono state numerose le visite del ministro degli Esteri Lavrov nel Paese e nel suo ultimo e recente viaggio, ha avvertito l’UE che chiedere alla Serbia di scegliere è un errore simile a quello commesso con l’Ucraina. Cosa risponde su questo argomento? E’ solo una questione di scelta?”

Jean Claude Juncker: “Primo, non si può fare un paragone tra Serbia e Ucraina, Secondo, stavo spiegando qui ai colleghi che la costruzione dell’UE non è una costruzione a danno di altri, è un processo di integrazione per tutti noi. Non ho chiesto ai serbi di fare una scelta perché devono avere relazioni normali con la Russia e, allo stesso modo, avere le migliori relazioni possibili anche con l’Unione europea.”

euronews: “Ma chiederete di allineare la loro politica estera a quella dell’UE, comprese le sanzioni alla Russia sulla Crimea?”

Jean Claude Juncker: “Tutti i partner nella regione hanno la stessa linea in fatto di politica estera, ma i serbi hanno una posizione diversa perché non sono d’accordo con le possibili sanzione. Se dovessero avvicinarsi sempre più all’UE dovranno allinearsi, ma è una domanda prematura.”

euronews: “Parliamo ora di altri stati membri, paesi delusi, che sperano sempre di entrare, un giorno, in Europa, parlo della Repubblica di Macedonia e dell’Albania. A che punto siamo? Ha incontrato i leader di questi due paesi. Cosa può dirci?”

Jean Claude Juncker: “Il mio messaggio, in particolare per quanto riguarda i due paesi da lei citati, è che nessun paese sarà membro dell’Unione europea se le controversie sui confini non saranno chiuse. Non importeremo l’instabilità che c‘è nei Balcani occidentali, vogliamo esportare la nostra stabilità. Quindi, tutti i paesi che vogliono diventare membri dell’Unione europea devono risolvere, prima, i problemi relativi alle frontiere. Ci sono molte questioni irrisolte, in questa regione.”

#OBC EU enlargement: a new strategy, with hands by the brakes https://t.co/s82nBA6VhD#Serbia

— BALKAN NEWS (@balkannews) March 1, 2018

euronews: “Skopje ha una disputa sul nome di lunga data con la Grecia. C‘è una trattativa in corso ora. Qual è il ruolo dell’UE su questo tema? State facendo pressione per trovare una soluzione? Vede aprirsi uno spiraglio?”

Jean Claude Juncker: “La pressione non è uno strumento che dovremmo usare. Stiamo incoraggiando i greci e l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia a trovare un accordo per quanto riguarda il nome. Stanno negoziando e noi non dobbiamo interferire.”

euronews: “I greci chiedono ai loro vicini di abbandonare qualsiasi rivendicazione irredentista dalla loro costituzione. Pensa che sia giusto considerando la questione dei confini nell’intera regione?”

Jean Claude Juncker: “Non vogliamo interferire in questo processo di negoziazione tra la Grecia e l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia.”

EU will recommend starting entry talks with Albania and the Republic of Macedonia https://t.co/J5h89fnV7epic.twitter.com/69YVRVUUtm

— Bloomberg Brexit (@Brexit) February 24, 2018

Turchia e allargamento dell’UE

euronews: “Un’altra questione riguarda l’influenza turca nella regione, specialmente quando si parla di influenza politica in Kosovo, Albania e Bosnia. Gli interessi di Erdogan oggi nella regione sono compatibili con quelli dell’UE?”

Jean Claude Juncker “La Turchia ha un ruolo, ma non è così grande come pensano le persone, i nostri partner nella regione sanno che stiamo monitorando la situazione tutto da vicino.”

euronews: “Ritiene che se non si darà a questi partner qualcosa in più, loro cercheranno altri alleati come la Russia e la Turchia?”

Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione UE: “Sicuramente sanno che non ha senso prendere strade diverse, c‘è solo una strada.”

euronews: “A Varna in Bulgaria è in programma un altro vertice con la Turchia per migliorare anche le relazioni con l’UE. Pensa che sia ancora centrale questo summit, visti gli ultimi sviluppi in alcuni stati membri come Grecia e Cipro e le loro azioni nei Balcani occidentali?”

Jean Claude Juncker: “Avremo probabilmente un incontro con il presidente Erdogan a marzo a Varna, dobbiamo discutere di diverse questioni con il presidente turco, ma su questo non posso anticipare nulla.”

euronews: “Perché potrebbe essere annullato il faccia a faccia?”

Jean Claude Juncker: “Fino ad ora non è stato cancellato.”

While we mark the 70th anniversary of the Universal Declaration of Human Rights ? let us recall all of its 30 articles. Today Article 4 ?: No one shall be held in slavery. #StandUp4HumanRights#EU4HumanRightspic.twitter.com/8bcyVSpSeX

— EU Delegation Turkey (@EUDelegationTur) March 1, 2018

euronews: “Ci sono anche altri problemi come la sicurezza nella regione. Vi state appoggiando agli Stati Uniti molto attivi sulla questione in questa regione?”

Jean-Claude Juncker: “Quando si tratta dell’adesione dei Balcani occidentali e quando si tratta dell’ampliamento, non hanno voce in capitolo, spetta all’Unione europea prendere una decisione non agli Stati Uniti. Li rispettiamo, sono i benvenuti nel dare un contributo ma non vogliamo un un processo dove l’America svolge un ruolo centrale perché questo comporterebbe un ruolo maggiore anche per la Russia. Questo non è il modo in cui dovrebbe essere affrontato il problema.”

Nazionalismo: maggiore minaccia per la UE

euronews: “In Bosnia ha dichiarato davanti al Parlamento che il patriottismo non ha nulla a che fare con i nazionalismi, un aspetto rilevante anche nell’UE. Che messaggio vuole dare ai cittadini europei riguardo a questo progetto di allargamento quando poi si vede che c‘è già una spaccatura tra l’Europea orientale e occidentale, quando ci sono problemi di stato di diritto e corruzione, specie nei Balcani.”

Jean Claude Juncker: Il patriottismo non è un sentimento giocato contro gli altri, ma riguarda l’amore che hai per il tuo paese. Non c‘è niente di sbagliato in questo. Il nazionalismo è essere contro gli altri. La lotta alla corruzione, che è di fondamentale importanza come la lotta alla criminalità organizzata, non hanno nulla a che fare con il patriottismo. Quello che chiediamo ai nostri partner nella regione è di portare avanti, seriamente, questo impegno, e non solo a parole. Devono farlo e lo faranno, se non lo fanno, la porta verrà chiusa.”

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