Gelo in Italia, agricoltura in ginocchio

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Di Alberto De Filippis
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La parola all'esperto di Confagricoltura

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Il freddo polare di questi giorni sembra aver messo in ginocchio l'agricoltura italiana, ma qual è la situazione reale. Lo abbiamo chiesto a Donato Rotundo, direttore Area Sostenibile di Confagricoltura.

Direttore quali sono state le cause più gravi del danno?

Tre le cause più gravi: temperature basse, neve e vento. I danni più importanti li verifichiamo in Liguria. Faccio solo un esempio si è avuta la perdita di quasi tutte la produzione di mimose. Questo a ridosso dell'otto marzo, la Festa della Donna, è una cosa gravissima. In breve tempo verrà fatto un co mputo dei danni perché la regione ha chiesto lo stato di calamità naturale. Su alcune colture sono stati persi fra il 30 e il 40% della produzione.

Può sembrare una provocazione, ma le precipitazioni così violente di questi giorni sono state solo qualcosa di negativo?

Le fortissime precipitazioni di questi giorni hanno in qualche modo rimpinguato le fale acquifere e gli invasi Faccio solo un esempio nella zona adriatica e media adriatica c'erano colture legate alla siccità. I terreni erano totalmente asciutti. Già la neve e la pioggia che sono arrivate hanno portato dei benefici. A fronte di alcuni danni abbiamo dei benefici che ci ritroveremo in primavera.

** Ci saranno ricadute per i consumatori nei negozi?
**

La storia ci dice che la ricadutà ci sarà. Bisogna capire e attendere quale sarà l'entità e gli ettari che sono stati colpiti. Sicuramente qualche ripercussione ci sarà. A questo ci aggiunga che da qualche giorno alcune strade sono inaccessibili. Solo stamane hanno chiuso l'A1 nella parte nord, quindi vuol dire che non si può procedere alle consegne. Vuol dire che avremo prodotti che arriveranno sugli scaffali in uno stato che debbono essere subito consumati.

Cosa fare se si viene colpiti da questi problemi?

Abbiamo gli uffici nazionali che si occupano del settore assicurativo, ma anche a livello provinciale. Sicuramente sulle assicurazioni bisogna lavorare molto. È uno dei temi dei cambiamenti climatici e fra mitigazione ed adattamento esiste il problema di riuscire a proteggersi dal punto di vista assicurativo. C'è molto da fare perché per quanto riguarda lo sviluppo rurale, nella programmazione 2014-2020 ha dato molto spazio alla parte assicurativa, ma non abbiamo ancora strumenti che siano semplici e non eccessivamente burocratizzati.

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