Omicidio Kuciak: arrestate 7 persone

Omicidio Kuciak: arrestate 7 persone
Di Euronews
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Le famiglie dei fermati erano già note alle autorità italiane

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In centinaia sono scesi in piazza a Bratislava, per manifestare contro la corruzione, dopo la morte di Jan Kuciak. Dalla redazione di Actuality il quotidiano per il quale lavorava il giornalista slovacco, non ci sono dubbi: lui e la fidanzata uccisi dai clan calabresi. Oggi la polizia slovacca ha arrestato 7 persone in tutto: sono i fratelli Bruno, Antonio e Sebastiano Vadalà, 40, 42 e 45 anni, il loro cugino Pietro Catroppa, 51 anni, Diego e Antonio Rodà, 62 e 58 anni, e un secondo Pietro Catroppa, di 26 anni.

Kuciak, 27 anni, nel suo reportage che è stato pubblicato ieri sul suo giornale, si era occupato proprio della famiglia Vadalà e dei suoi presunti legami con la ndrangheta. Questa una delle piste a cui stanno lavorando gli inquirenti.

Nel suo ultimo articolo, pubblicato ieri dal suo giornale Aktuality, aveva scritto che le ‘ndrine calabresi erano venute in Slovacchia a insegnare ai politici slovacchi come si truffa la Ue. «Possiedono tutt’ora decine d’imprese, per decine di milioni d’euro. Gestiscono centinaia di migliaia di ettari di terreno, che attirano milioni di euro di sovvenzioni. Hanno cominciato a fare affari, a sfruttare i fondi europei, ma soprattutto a costruire rapporti con importanti persone degli ambienti politici, fino ad arrivare al governo della Repubblica slovacca».

Anche in redazione giurano che ad ammazzare i due giovani siano stati i calabresi. Maria Troskova, assistente del premier Robert Fico ed ex finalista di Miss Mondo 2007, è in affari con Antonino Vadalà, imprenditore reggino di Bova Marina (altri Vadalà sono noti a Reggio per i traffici di cocaina con la Colombia).

Vadalà, come racconta oggi Repubblica in edicola, classe 1975, aveva una vecchia condanna a un anno e sei mesi in Italia per aver favorito la latitanza di Domenico Ventura, boss di ndrangheta ricercato per omicidio. Trasferitosi in Slovacchia, si lancia nell'affare energia e agricoltura mettendo le mani sui fondi europei: presenta un progetto per la produzione di energia da biomasse per 70 milioni ed entra in affari direttamente con Maria Troskova, poi funzionaria del ministero dell'Economia.

Intanto negli ambienti di governo interessati dall'inchiesta è raffica di dimissioni. Ieri, dopo lo scandalo, la Troskova si è dimessa dall'incarico. Dopo il ministro della Cultura, se ne è andato anche il segretario del consiglio di sicurezza.

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