Legge sull'Olocausto, la Polonia lancia campagna social #GermanDeathCamps

Legge sull'Olocausto, la Polonia lancia campagna social #GermanDeathCamps
Diritti d'autore REUTERS/Kacper Pempel
Di Alice Cuddy
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I video pubblicati sui social media della Presidenza del Consiglio dei ministri includono testimonianze in cui si afferma che campi di concentramento erano "tedeschi dall'inizio alla fine".

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La Polonia ha lanciato una campagna sui *social media *a supporto della nuova, controversa legge sull'Olocausto che rende illegale accusare il Paese di complicità nei crimini nazisti commessi durante la seconda Guerra Mondiale. 

I video sul canale YouTube e sui profili del Primo Ministro polacco in questi ultimi giorni promuovono l'hashtag #GermanDeathCamps.

Uno di essi ha il titolo "Oggi siamo ancora dalla parte della verità", è stato caricato giovedì e ha avuto più di 12 milioni di visualizzazioni al momento di scrivere.  

"La Germania ha fatto vivere un inferno alla Polonia", dice il video craeto dalla Fondazione Nazionale Polacca. "Ebrei e polacchi hanno sofferto insieme il suo terrore".

"Abbiamo fatto molto per salvare gli ebrei come Stato, come cittadini, come amici", aggiunge.

In un altro video, che ha ricevuto più di due milioni di visualizzazioni, c'è la testimonianza della 94enne Alina Dabrowska che dice di essere stata prigioniera in diversi campi di concentramento, tra cui Auschwitz-Birkenau.

"I campi erano tedeschi dall' inizio alla fine", dice. 

Un terzo filmato, caricato dall'ufficio del Primo Ministro, mostra un altro prigioniero di un campo di concentramento, ex soldato dell'esercito polacco, che racconta ai telespettatori: "Quei campi erano campi di concentramento tedeschi".

Gli annunci pubblicitari che promuovono la campagna #GermanDeathCamps sono stati diffusi su diversi siti web.

Un account Twitter gestito dal Ministero degli Affari Esteri polacco ha anche condiviso un link a un sito web intitolato, GermanDeathCamps.info, che reindirizza i lettori al sito web della Polskie Radio di proprietà statale.

In esso si trovano ulteriori testimonianze a sostegno della tesi che illustrano le sofferenze del popolo polacco e di quello ebraico durante l'occupazione della Polonia da parte della Germania nazista.

L' ufficio del Primo Ministro polacco, Mateusz Morawiecki, non ha risposto alle richieste di commenti sulla campagna.

Il presidente polacco Andrzej Duda ha detto che la nuova legge, che fissa multe ed un massimo di tre anni di reclusione, protegge gli interessi polacchi... la nostra dignità, la verità storica... di modo da non essere calunniati come uno stato e come nazione."

Proteggere le libertà

La legislazione ha suscitato critiche da parte di diversi governi stranieri e di attivisti per i diritti umani, preoccupati per la minaccia al diritto di libertà di parola. 

"Questa legge pregiudica negativamente la libertà di parola e le ricerche accademiche" ha detto il Segretario di Stato americano Rex Tillerson in una dichiarazione la scorsa settimana.

Il memoriale dell'Olocausto di Yad Vashem in Israele riferisce che i legislatori polacchi sono giustificati dal punto di vista del termine"campi di sterminio polacchi", ingannevole, ma li ha esortati a proteggere le libertà di fare ricerca e discutere sull'Olocausto nel Paese.

"Restrizioni alle dichiarazioni di studiosi e accademici riguardo alla complicità diretta o indiretta del popolo polacco con i crimini commessi sulla loro terra durante l'Olocausto sono una grave distorsione". 

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha anche definito la legge "infondata".

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"Non si può cambiare la storia e l'Olocausto non può essere negato", ha detto. 

La Polonia da tempo si oppone all'uso di frasi come "campi di sterminio polacchi" che implica una responsabilità condivisa per campi di concentramento come Auschwitz. 

I campi furono costruiti e gestiti dalla Germania nazista dopo l'invasione della Polonia nel 1939.

In sé non c’è niente di scandaloso né ingiusto, scrive Internazionale, "ma il problema è che questa legge, che ha la pretesa di affrontare la storia, è destinata ad alimentare le polemiche. I campi di sterminio non erano certo polacchi, ma ciò non toglie che l’antisemitismo era estremamente diffuso nella Polonia del ventesimo secolo. La legge non può riscrivere sommariamente la storia"

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