Germania: Martin Schulz non sarà ministro degli Esteri

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Di Euronews
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L'assegnazione dei ministeri ha scatenato lotte intestine all'interno dei partiti della nascente Grande coalizione. Martin Schulz cede alle pressioni e rinuncia al Ministero degli Esteri

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L'assegnazione delle poltrone sta facendo volare gli stracci nella nascente Grande coalizione tedesca. Dopo quattro mesi di limbo, Angela Merkel ha detto sì a sei ministeri per i socialdemocratici - lo stesso numero della CDU - rinunciando a Finanze ed Esteri.

Un'umiliazione, secondo la potente Unione giovanile (JU) dei cristianodemocratici, visto che l'SPD aveva conseguito il peggiore risultato elettorale dal dopoguerra. Altri membri del partito hanno criticato il fatto che la Germania orientale non sia rappresentata, fatta eccezione per la presenza di Merkel, cresciuta nella DDR.

Fuoco amico anche su Martin Schulz, che era pronto a fare il ministro degli Esteri. Dopo gli attacchi dei suoi colleghi di partito - in testa Sigmar Gabriel - che gli rinfacciavano le sue passate dichiarazioni sul non voler entrare in un nuovo governo della Cancelliera, ha rinunciato all'incarico.

C'è poi la spada di Damocle del referendum, perché sull'intesa alla base della Grande coalizione, nelle prossime settimane, si dovranno pronunciare i 450mila iscritti all'SPD.

Ironizza la stampa di sinistra su Horst Seehofer, probabile ministro dell'Interno. Il leader della CSU è noto per le sue critiche alla politica di accoglienza. La sua nomina aprirebbe un nuovo capitolo per la Germania in tema di immigrazione.

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