Filo spinato e contraddizioni: Nicosia, capitale divisa

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Al ballottaggio per le presidenziali a Cipro, la città si affaccia spaccata tra speranze e rassegnazione. Auspicio per molti, la riunificazione appare ad altri un miraggio

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Da una parte del governo ufficialmente riconosciuto. Dall'altra della sedicente repubblica turca di Cipro Nord. "Ultima capitale divisa", come recita la targa su quello che fu il lussuoso Hotel Ledra Palace, Nicosia porta fin dalla topografia le ferite della spaccatura che dall'invasione turca del 1974 attraversa tutta l'isola: 180 chilometri di fortificazioni e filo spinato, incomprensibili soprattutto per chi è nato dopo di loro. 

"I turco-ciprioti restino, l'occupante turco se ne vada": l'auspicio dei giovani

"La soluzione che auspico è che l'occupante turco se ne vada e che i turco-ciprioti restino - ci dice un giovane, al tavolo di un bar -. A partire da questo momento, i turco-ciprioti dovrebbero semplicemente prendersi terreni e proprietà che appartengono loro legittimamente. Purtroppo ci sono però tanti politici che costruiscono le loro carriere sulla disputa a Cipro". 

Con Erdogan in campagna elettorale c'è poco da sperare

Tra i nodi gordiani da sciogliere anche il rifiuto di Ankara a ritirare i suoi 35.000 soldati dall'isola, che già aveva portato al fallimento dei negoziati in Svizzera di questa estate. "Non prevedo uno sblocco della situazione sulla scia di queste elezioni - ci dice il giornalista e commentatore politico, George Kaskanis -. Molto dipenderà da come si metteranno le cose con la Turchia. Non dimentichiamo che anche per loro si avvicina l'appuntamento con le urne. Se vuole sedurre le componenti più nazionaliste, dubito quindi che Erdogan affronterà la questione di Cipro". 

Akintzi spegne le speranze: "La mappa della zona turco-cipriota non si discute"

"A pochi giorni dal secondo turno il dibattito politico si è infiammato in seguito all'intervento del leader turco-cipriota - conclude l'inviata di euronews, Efi Koutsokosta -. Mustafa Akintzi ha detto che la mappa della zona turco-cipriota non è più sul tavolo. E ciò significa che seppure i negoziati riprendessero, dopo le elezioni, la strada sarebbe decisamente in salita". 

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