Siria, si intensificano gli scontri tra Turchia e curdi

Siria, si intensificano gli scontri tra Turchia e curdi
Diritti d'autore 
Di Antonio Storto
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Ma una portavoce del Dipartimento di stato dichiara: "la Turchia resta comunque un importante alleato".

PUBBLICITÀ

Mentre si intensificano i combattimenti tra l'esercito turco e le milizie curdo siriane del Partito dell'unione democratica (PYD), nella regione di Afrin è in atto una vera e propria crisi umanitaria.

Fonti locali riferiscono che in città gli ospedali non riuscirebbero quasi più a contenere i feriti, mentre 24 civili - tra i quali sei bambini - sarebbero morti soltanto durante i raid aerei preliminari lanciati sabato dall'esercito turco.

Gli stati Uniti avevano invitato alla moderazione la Turchia - formalmente alleata sotto l'ombrello Nato - . esortando il governo ad evitare vittime tra i civili "Per quanto preoccupati siamo circa la destabilizzazione in atto nel nord della Siria - ha dichiarato Heather Nauert, portavoce del Dipartimento di stato americano -  vorrei fosse chiaro che la Turchia è un nostro importante alleato nella Nato, e proprio per questo comprendiamo pienamente le loro preoccupazioni in merito ad alcune organizzazioni terrotistiche, come ad esempio il Pkk. Per questo stiamo interloquendo col governo turco, per aiutarli a trovare delle soluzioni, ma anche per perseguire la stabilità nella regione e convincerli ad allentare le tensioni".

Una situazione, quella in atto nella Siria settentrionale, che costringe ad un certo equilibrismo il governo statunitense, formalmente alleato di entrambe le parti. Tanto più che, se davvero, dopo le operazioni su Afrin, Erdogan dovesse dirigere, come annunciato, le sue truppe verso la città di Manbiji, rischierebbe di ingaggiare una battaglia con gruppi curdi che, fino ad ora, hanno ricevuto supporto aereo e logistico, armi, addestramento e coordinamento sul campo dalle forze statunitensi: appena qualche giorno prima dell'inizio delle operazioni, gli Stati uniti annunciavano la creazione di una forza di frontiera permanente, composta in maggioranza da curdi, che avrebbe dovuto proteggere quella fascia di territorio da possibili incursioni del regime siriano.

Turkey's President Tayyip Erdogan attends funeral ceremony of Musa Ozalkan, a Turkish soldier who was killed during the operation against Syria's Afrin region, in Ankara, Turkey January 23REUTERS/Stringer

Nel frattempo, mentre le bare dei primi due soldati turchi caduti in battaglia rientrano a casa, dal Partito dell'unione democratica è arrivato un'appello alla mobilitazione di massa.

A Raqqa, ex capitale del Califfato, da poco rinconquistata dai curdi con il supporto statunitense, migliaia di manifestanti si sono riversati in strada.

Lo stesso è accaduto anche in alcune città di Grecia e Germania.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Elicottero turco si schianta al confine siriano

Invasione turca di Afrin, l'altolà di Donald Trump

Saleh Muslim: "La Russia ci ha abbandonato"