Migliaia di nuovo in piazza nella capitale Tegucigalpa contro la contestata elezione del candidato conservatore. Lo sconfitto Nasralla: "Dal prossimo sabato sarà sciopero generale"
10.000 in piazza: l'opposizione avanti tutta all'approssimarsi dell'investitura
È muro contro muro in Honduras, all'approssimarsi del 27 gennaio che segnerà l'investitura alla presidenza di Juan Orlando Hernandez, il candidato conservatore dichiarato vincitore fra contestazioni e ombre di brogli alle elezioni di fine novembre.
Violenti scontri tra manifestanti e polizia militare sono scoppiati quando i manifestanti hanno raggiunto il palazzo presidenziale. Testimoni riferiscono di almeno una quindicina di feriti e di troupe televisive aggredite.
Lo sconfitto Nasralla: "Questa è solo una prova generale"
Tra i circa 10.000 in piazza nella capitale Tegucigalpa anche lo sconfitto Salvador Nasralla, leader della Alleanza dell'opposizione contro la dittatura, che parla della manifestazione di questo venerdì come di una "prova generale" di quanto attende l'Honduras da sabato prossimo. "La gente sta manifestando spontaneamente - dice - ma dal 20 gennaio sarà sciopero generale in tutto il Paese".
Una ventina di morti e decine di feriti: il prezzo delle proteste
Dichiarato vincitore prima di una sospensione dello spoglio e poi sconfitto per una manciata di voti, Nasralla grida da settimane ai brogli, invitando difendere la sua vittoria in strada. "Fuori Hernandez" la voce che la piazza da allora scandisce, al prezzo ormai di oltre 20 morti e decine di feriti.