La NASA fotografa giganteschi depositi di ghiaccio su Marte

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Diritti d'autore NASA/ JPL-Caltech /UA / USGS
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Di ANSA
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La scoperta del ghiaccio "puro" da parte della missione Mars Reconnaissance Orbiter potrebbe essere un passo avanti importante per una futura missione con equipaggio

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Grandi calotte di ghiaccio sommerse sulle ripide pendici di Marte. Si tratta della nuova scoperta NASA pubblicata oggi, 12 gennaio, sulla rivista Science. Le immagini catturate dalla missione Mars Reconnaissance Orbiter mostrano diversi strati di ghiaccio che, oltre a fornire una possibile fonte d'acqua per future missioni con equipaggio sul pianeta rosso, ci permetteranno di conoscere dettagli finora sconosciuti sulla "storia del clima" di Marte.

Questa è una buona notizia dopo la relativa delusione derivante dall'osservazione che le formazioni precedentemente scoperte,considerate come la prova dell'esistenza di acqua liquida sul Pianeta Rosso, si sono rivelate invece colate di polvere. 

Dal suo sottosuolo sono venuti alla luce, grazie all'erosione del terreno, otto depositi di ghiaccio d'acqua. Si tratta di veri e propri blocchi di ghiaccio permanente, che potrebbero essere delle preziose riserve di acqua, ossigeno e carburante per le future missioni umane. La loro presenza alle medie latutidini fa pensare che il ghiaccio sia più comune del previsto su Marte, come spiegano sulla rivista Science i ricercatori dello US Geological Survey. 

Le osservazioni, fatte attraverso due strumenti altamente sofisticati della missione americana Mro hanno permesso di osservare in otto siti la presenza di ghiaccio alla profondità di due metri. "L'erosione del terreno ha portato alla luce i terreni che si trovano più in profondità, osservando in un caso anche un deposito di ghiaccio dello spessore di 100 metri", commenta Filippo Giacomo Carrozzo, ricercatore dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf). Si tratta di una novità. "Nel 2012 con Mars Express avevamo osservato un sottile strato di ghiaccio a basse latitudini, che noi pensavamo fosse stagionale. Qui si va oltre - continua - e si può ipotizzare che questo ghiaccio sia lì da molto tempo, e si tratti di un blocco permanente nel sottosuolo". 

Tra l'altro anche il suo colore è inequivocabile: brillante, bianco e blu. Questo tipo di osservazioni sono fondamentali per due motivi: il primo è che siti del genere "possono essere una riserva di ossigeno da respirare, e di acqua e carburante per gli astronauti che saranno impegnati nelle future missioni su Marte", rileva Carrozzo, il secondo, è che potranno essere i siti su cui mandare il rover europeo della missione Exomars 2020, che grazie ad una trivella italiana perforerà per la prima volta il suolo marziano a due metri di profondità. L'ultimo dato che si può trarre da questo studio è che probabilmente il ghiaccio nel sottosuolo di Marte è molto più diffuso del previsto. Di sicuro c'è ai poli - conclude - ma l'osservazione alle basse e medie latitudini fa pensare che sia presente in tutto il pianeta". 

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