Diritti cittadini UE e matrimoni gay, dov'è finita la libera circolazione delle persone?

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Di Euronews
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Adrian ha fatto ricorso alla Corte europea di giustizia contro la Romania che non concede a lui e al marito la residenza nel Paese, in base al fatto che non riconosce i matrimoni omosessuali. È legale tutto questo? I protagonisti ai microfoni di euronews

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Uguali diritti per i coniugi gay in tutta l'Unione europea, anche in quei Paesi che non riconoscono le nozze fra omosessuali.

Questo il parere dell'avvocato generale della Corte di giustizia dell'Unione europea , Melchior Wathelet, nelle conclusioni pubblicate questo giovedì, 11 gennaio, sulla causa intentata da un cittadino rumeno contro le autorità nazionali che avevano negato al coniuge, un cittadino americano, il diritto di soggiornare in Romania.

La Romania, non riconoscendo le nozze gay, non prevede per le coppie omossesuali il ricongiugimento familiare; le conclusioni dell'avvocato generale della Corte di giustizia dell’Ue si basano sulle disposizioni in materia di libera circolazione dei cittadini e vanno nella direzione di una maggiore tutela dei diritti in seno all'Unione stessa.

Queste le parole di Robert Claibourn Hamilton, marito americano di Adrian Coman: "Sono felice di questo parere che potrebbe permettermi un giorno di risiedere con mio marito in Romania".

Le conclusioni dell'avvocato generale non sono vincolanti ai fini della sentenza, ma molto spesso anticipano la decisione finale dei giudici europei.

"Ancora non ci crediamo, perché l'impatto di questo parere può andare al de là della nostra storia e oltre la stessa Romania", ha affermato Coman.

Qualche giorno fa abbiamo incontrato Adrian e Robert a Bruxelles

La consapevolezza di essere nel giusto li ha spinti a cercare una ribalta europea alla loro storia.  

"Tutto è iniziato nel 2012, ero qui a Brussels, disoccupato dopo aver lavorato al parlamento europeo. Cercavamo una soluzione per vivere insieme in Romania, ho scritto una lettera al governo rumeno chiedendo la residenza nel Paese in virtù della direttiva sulla libera circolazione delle persone. Ho ricevuto una risposta negativa", hanno raccontato.

 "Lo Stato rumeno non riconosce i matrimoni omosessuali, ma la libertà di circolazione ddele persone è una direttiva europea che deve essere rispettata, altrimenti avremmo cittadini europei con status diversi", ha fatto loro eco Asztalos Csaba del Consiglio anti-discriminazioni rumeno. 

Il Paese natio di Adrian così come la famiglia sostengono la causa della coppia.

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