Uruguay: cannabis nelle farmacie, positivo il primo bilancio

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Di Euronews
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A sei mesi dall'inizio della vendita sono più di 18mila gli uruguaiani che acquistano marijuana legalmente

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Sei mesi fa l’Uruguay è diventato il primo paese al mondo in cui la produzione e la commercializzazione della cannabis sono gestite dallo Stato. Dal 19 luglio del 2017 è possibile acquistarla in farmacia. Il piccolo stato sudamericano è stato il primo e finora unico paese ad essersi spinto così avanti nel campo della legalizzazione.

Al momento sono 12 le farmacie che fanno parte del sistema di distribuzione creato dal governo, di cui 5 nella capitale Montevideo. Ogni cliente può acquistare fino a 10 grammi alla settimana al prezzo di 1,3 dollari al grammo.

Per poter acquistare bisogna avere la cittadinanza uruguaiana, essere maggiorenni ed iscritti al registro dell’Istituto di regolazione e controllo della cannabis. In aggiunta è necessario fornire le proprie impronte digitali. L’obiettivo è quello di registrare le transazioni e stroncare sul nascere un possibile turismo degli stupefacenti.

La vendita in farmacia è l’obiettivo principale del progetto di regolamentazione. E’ in questo modo che lo Stato punta a riprendere il controllo del mercato e contrastare il narcotraffico. Il governo ha affidato la coltivazione a dei produttori privati, che forniranno fino a 4 tonnellate di fiori di canapa ogni anno.

Il primo bilancio dell’Istituto di regolazione e controllo è positivo. Il 20% circa dei consumatori abituali si è iscritto al registro dei consumatori.L’opposizione continua a denunciare una legge che, nella sua visione, avrebbe creato una nuova via d’accesso alla droga. Ma anche la popolazione rimane per lo più contro la regolamentazione.

“Il processo di regolamentazione – dice a euronews Rosario Queirolo, ricercatrice dell’Università Cattolica dell’Uruguay che ha condotto numerose indagini sulla regolamentazione della cannabis – funzionerà se il governo riuscirà a raggiungere gli obiettivi di questa legge, che sono tre principalmente. Il primo è di mettere fine alla discriminazione nei confronti dei consumatori; poi c‘è un obiettivo di salute pubblica raggiungibile producendo una sostanza di migliore qualità; infine il miglioramento della sicurezza pubblica, cioè la riduzione del livello di violenza ottenibile strappando il mercato della marijuana al narcotraffico. Se il governo riescirà ad avere un impatto in queste tre aree, credo che più uruguaiani sosterranno questo progetto di regolamentazione”.

La legge consente ai cittadini uruguaiani di produrre la propria marijuana. Possono farlo aderendo a dei club di consumatori che possono avere fino a 40 membri, oppure individualmente: la legge limita a 6 il numero di piante coltivabili per consumo personale, con un tetto annuale di 480 grammi a persona.

Nonostante il processo di regolamentazione cominciato sotto il presidente José Mujica non sia tra le priorità dell’attuale governo di Tabaré Vazquez, questo sistema unico al mondo è ben avviato. Oggi sono più di 18mila gli uruguaiani che acquistano la marijuana venduta dal governo.

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