La Brexit complica il bilancio dell'Ue

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Di Euronews
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Juncker propone di aumentare il contributo degli Stati membri per compensare le perdite dovute all'uscita del Regno Unito

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La Brexit complica il bilancio dell’Unione europea, con il Regno Unito che se ne va avremo bisogno di più dell’1 per cento del pil. A dirlo è il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, intervenuto a Bruxelles alla conferenza di avvio delle discussioni sul prossimo quadro finanziario pluriennale: “I nostri amici britannici ci lasceranno la mattina del 30 marzo 2019, e quindi prima di allora dovremo impegnarci per trovare i mezzi per reagire alla perdita di diversi miliardi di euro, dovuti alla scomparsa, diciamo così, di un contributore netto”.

Laying the groundwork for our future #EUbudget: que nos ressources soient à la hauteur de nos ambitions. #MFFpic.twitter.com/80gEcBz9LC

— Jean-Claude Juncker (@JunckerEU) 8 gennaio 2018

Risolvere il rompicapo sarà l’obiettivo dei colloqui dei prossimi mesi. Da un lato si prevedono tagli per alcuni programmi, dall’altro la Commissione intende chiedere agli Stati membri un contributo superiore a quello attuale, per raggiungere l’1,1 per cento del pil dell’Unione. Per l’eurodeputato Jean Arthuis, “L’obiettivo, dovendo aumentare il bilancio dell’Unione, non è di accrescere la spesa pubblica europea globale, è di dimostrare che, condividendo certe sovranità, e quindi mettendo in comune certi mezzi finanziari, si ottiene una maggiore efficienza e un migliore controllo della spesa pubblica”.

Il prossimo quadro pluriennale entrerà in vigore nel 2021. L’uscita del Regno Unito dall’Unione rappresenterebbe una perdita fra i 12 e i 13 miliardi l’anno.

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