Najib, fuggito dalla guerra per diventare atleta

Najib, fuggito dalla guerra per diventare atleta
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Di Cristiano Tassinari
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Ha 13 anni, viene dalla Siria, dove è rimasto ferito dalla guerra, nell'anima e nel fisico. E' paralizzato dalla vita in giu', a causa dell'esplosione di una bomba. Ora sogna di partecipare alle Paralimpiadi.

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Najib Al Hajali ha 13 anni, viene dalla Siria, è scappato da una guerra che lo ha ferito nell'anima e nel corpo, costringendolo su una sedia a rotelle. E' paralizzato dalla vita in giu', a causa dell'esplosione di una bomba. Ma ora è diventato uno sportivo paralimpico. Perchè dopo anni di spostamenti, finalmente la famiglia di Najib ha trovato un po' di stabilità in Grecia. E il comitato olimpico di Atene lo ha inserito nel programma paralimpico per rifugiati di guerra con disabilità.

La mamma di Najib, Faten, dice: "Sono felice e mi sento meglio perché fa sport. Il suo atteggiamento sta cambiando. Lo sport lo sta portando fuori dal suo guscio. Spero che Dio gli dia un po' di fortuna"

In questo caso, l'importante è davvero partecipare: e volare, per Najib. In Portogallo, ai Campionati del Mondo riservati a sportivi amputati e sulla sedia a rotelle (IWAS), che si sono svolti ad inizio dicembre.

Il progetto di reinserimento in Grecia è promosso da Agitos Foundation e dall'Agenzia delle Nazioni Uniti sui rifugiati.
La mamma di Najib lo segue ovunque, orgogliosa.

L'allenatrice Christina Marouda: "Siamo in Portogallo. È un campionato internazionale. Siamo qui per competere, per mostrare a Najib alcune cose, per aggiungere qualche ispirazione alla sua vita. E magari ottenere un piccolo vantaggio per lui, anche se abbiamo lavorato insieme solo per poco tempo".

Nelle gare dei 100 e 200 metri, Najib se l'è cavata bene, affrontando lo sforzo con passione e impegno, che potrebbero fare di lui, nei prossimi anni, un vero atleta. Gli allenatori sono soddisfatti. Mamma Faten è contenta. Najib pure.

"Sono davvero felice", dice, "perché ho incontrato nuove persone dal Brasile, dagli Emirati Arabi e da altri paesi. Quando tornerò in Grecia mi allenerò di più. Invece di un'ora mi allenerò due ore. Invece di due ore mi allenerò tre ore. Quindi spero di iniziare a vincere delle gare. Il mio sogno è continuare i miei studi e un giorno gareggiare alle Paralimpiadi".

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