Chi ha vinto e chi ha perso nelle elezioni catalane

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Di Lillo Montalto Monella
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Le forze favorevoli alla repubblica di Catalogna ottengono nel complesso la maggioranza dei seggi in parlamento. Debacle per il PP, saranno fondamentali le alleanze per governare. Puigdemont: "Una vittoria della Repubblica Catalana contro la Monarchia dell'articolo 155"

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"Puigdemont-Rajoy 70 a 4!" ha esultato la segretaria del partito di Carles Puigdemont, Marta Pascal, annunciando ai militanti indipendentisti la vittoria del campo secessionista alle elezioni del 21 dicembre e la sconfitta 'storica' del Pp del premier spagnolo Mariano Rajoy. Il Pp ha preso in realtà 3 seggi, non 4, ma la frase è indicativa per riassumere sommariamente il risultato del campo indipendentista, che esce rafforzato invece che indebolito dalla tornata elettorale. Ciudadanos ha intercettato quasi tutti i voti dei catalani "unionisti", lasciando un Partido Popular in macerie, anche se questo non basterà alla Arrimadas per governare. 

Ma andiamo con ordine e mettiamo in fila tutti i tasselli.

Chi ha vinto

Il primo partito è Ciudadanos di Inés Arrimadas che ha intercettato il voto unionista in massa (appena il 4% al PP del candidato di Rajoy, Xavier Garcia Albiol). Passa da 25 a 37 seggi. Tuttavia il vero vincitore di questa tornata elettorale è l’indipendentismo inteso come movimento: JuntsxCAT di Puigdemont, ERC di Junqueras e la CUP hannno insieme 70 deputati – ne servivano 68 per ottenere la maggioranza.

A livello di voti reali il fronte anti-indipendenza ha ottenuto il 52% dei consensi contro il 47.6% delle preferenze per i tre partiti pro-indipendenza. Vi spieghiamo come questo sia possibile in fondo alla pagina.

I risultati ufficiali

Chi ha perso

Il Partido Popular è uscito fortemente danneggiato da queste elezioni e ha perso la metà dei voti rispetto al 2015 (quando ha ottenuto 11 seggi con l’8.5% dei voti) “è stato un brutto risultato per noi”, ha detto Garcia Albiol presentandosi per primo ai giornalisti. “Non possiamo certo sentirci orgogliosi, questo è un giorno cattivo per il PP catalano”.

Catalunya En Comú che ha preso 8 seggi e il 7.4% dei voti si era fino ad oggi rifiutata di partecipare alla lista unita di partiti indipendentisti. Tuttavia potrebbe essere fondamentale nei patti post-elettorali.

Castigati anche gli indipendentisti anti-sistema del CUP, scrive El Pais, che negli ultimi due anni hanno "condizionato la vita politica forzando l'indipendenza unilaterale". Dimezzano i seggi passando da 8 a 4.

Quanti hanno votato

L’affluenza ha superato l’80%, attestandosi a quota 81.95%. Una percentuale massiccia e superiore a quella fatta registrare nelle recenti elezioni in Catalogna. 

Le dichiarazioni dei vincitori

“La vittoria di JuntsxCAT è la vittoria di tutti i catalani”, hanno esultato dal quartier generale di Barcellona i sostenitori del movimento di Puigdemont, ricordando tutti i leader agli arresti. “Rajoy ha perso. È ora che prenda nota e restituisca la Catalogna al suo governo legittimo”. “Libertà democrazia e dignità” sono le parole chiave scelte dai sostenitori che invocano a gran voce Puigdemont Presidente.

Lo stesso ha fatto il "popolo arancione": i votanti di Ciudadanos hanno esultato più di tutti, chiamando Inés Arrimadas "presidenta". “Per la prima volta ha vinto un partito costituzionalista alle elezioni catalane”, ha detto la candidata dal palco. "La maggioranza di noi si sente catalana, spagnola, europea, e sempre sarà così. Chi ci ha votato ha scelto l'unità". 

Marta Rovira di ERC, il partito di Junqueras, ha invece sottolineato che “le forze indipendentiste hanno vinto, la repubblica ha vinto, Mariano Rajoy ha perso”.

Puigdemont: "L'Europa prenda nota, la ricetta Rajoy non funziona"

"Nessuno può mettere in discussione questo risultato", ha esultato da Bruxelles il leader di JuntsxCAT ricordando le "difficili" condizioni in cui si trova ad operare il suo deposto, "legittimo" governo catalano.

"Abbiamo una libertà di manovra che non avevamo prima. Chiedo all'Europa di prendere nota che la ricetta di Rajoy non funziona: bisogna che la cambi. Nessuna soluzione che non tenga conto della volontà popolare non può funzionare".

Per domani, 23 dicembre, Puigdemont ha convocato un'altra conferenza stampa per fare il punto sul voto. Ancora non si sa se e quando tornerà in patria. 

Chi formerà il governo?

Difficilmente il partito di Inés Arrimadas potrà governare. I socialisti di Miquel Iceta non hanno rimontato, come prevedevano i sondaggi. Grazie ai quattro scranni della CUP gli indipendentisti ottengono la maggioranza: spetterà probabilmente ad una coalizione "repubblicana" l'onere di formare un nuovo esecutivo.

Date chiave: il Parlamento può essere formato fino a martedì 23 gennaio 2018. Il nuovo presidente della Generalitat può essere eletto fino al 7 aprile 

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Più voti per l’unionismo ma maggioranza in parlamento per l’indipendentismo

Come è possibile? È un effetto del sistema elettorale spagnolo, tra quelli che premiano i partiti maggiori a scapito di quelli piccoli. Come scrive Youtrend , “si tratta infatti di un proporzionale con sbarramento al 3% ma con formula di ripartizione d’Hondt che si applica a livello di circoscrizione (e non dell’intera regione).

La soglia del 3% è valida di fatto solo nella circoscrizione di Barcellona (che mette in palio ben 85 dei 135 seggi totali), mentre nelle altre tre circoscrizioni il minor numero di seggi da assegnare (15, 17 e 18) rende la soglia di sbarramento “effettiva” ben più alta, anche oltre il 5%. 

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