Como, mobilitazioni “dalla parte dei barbun” contro l'ordinanza anti-elemosina

Il duomo di Como e il Broletto in un'immagine d'archivio
Il duomo di Como e il Broletto in un'immagine d'archivio Diritti d'autore Wikimedia Commons
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Di Lillo Montalto Monella
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Previste due manifestazioni civiche per dire no alla misura della giunta di centrodestra di vietare l'accattonaggio nel centro storico in periodo natalizio. Polemiche per l'allontanamento dei volontari che distribuivano la colazione ai senza tetto. Il Sindaco: "Un'incomprensione"

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Volontari allontanati mentre distribuiscono cibo e bevande calde ai senza tetto, con la minaccia di una multa, e un'ordinanza per tutelare il "decoro del centro urbano", sotto le feste natalizie, che vieta di mendicare sia "in forma statica" che in "forma dinamica". 

Succede a Como, città lombarda che torna alla ribalta della cronaca nazionale dopo l'episodio dell'irruzione fascista di Veneto Fronte Skinheads nella sede della rete associazionistica Como Senza Frontiere. Dal 2016, la città affronta il problema dei migranti bloccati sul territorio urbano in attesa di valicare il confine con la Svizzera e riprendere il lungo viaggio verso nord. 

Il numero dei migranti in transito ingrossa le fila dei circa 220-250 senzatetto, italiani e non. Nel giugno 2017 è diventato sindaco** Mario Landriscina**, che presiede una giunta di centrodestra.

Cosa è successo

Domenica 17 dicembre un gruppo di volontari che porta la colazione alle persone senza tetto da 7 anni è stato allontanato da una pattuglia della polizia locale. Pena, a loro dire, una multa.  

I protagonisti della vicenda hanno affidato ad un post Facebook il loro racconto. 

Due giorni prima era stata pubblicata sul sito del Comune l'ordinanza per il decoro del centro storico in cui si proibisce l'elemosina e il bivacco in tutta la città murata. Nel fine settimana sono iniziati i controlli, che hanno visto 10 mendicanti multati e numerosa merce abusiva sequestrata, scrive QuiComo.

Il direttore della Caritas diocesana, Roberto Bernasconi, ha criticato l’ordinanza del Comune di Como contro i mendicanti affermando: «Mette fuori legge anche il Gesù Cristo che deve arrivare».

L’ordinanza

Per 45 giorni fa divieto di "mendicare sia in forma statica che in forma dinamica", mettendo al bando il bivacco in alcuni punti del centro e davanti ad alcune chiese. Sanzioni? Multe fino a 300 euro. 

Non si fa esplicita menzione del divieto di aiutare i senza tetto ma le "maglie dell'ordinanza sono larghe, e permette un'applicazione di questo genere, frutto di un eccesso di zelo" delle forze dell'ordine, commenta a euronewsStefano Fanetti, consigliere comunale di opposizione (PD). "È un peccato che Como sia conosciuta solamente per questi tristi episodi perchè è una città diversa. L'ordinanza, oltre a produrre le mostruosità viste, non è applicabile: non è possibile militarizzare la città, le esigenze di sicurezza sono da ricercare altrove".

Fanetti lamenta il "danno di immagine" conseguente a questo episodio e all'irruzione fascista nella sede dei volontari di Como Senza Frontiere. "Avrà una ricaduta anche sul turismo, non si viene in una città arroccata su se stessa". 

"Denunciamo un clima di sottovalutazione dei rigurgiti neofasciti. I problemi per la giunta però non sono l'estrema destra ma gli immigrati e le persone senza fissa dimora". Per oggi, 20 dicembre, è previsto nella città affacciata sul Lario un corteo studentesco per dire no al fascismo. 

"Continueremo a portare tè caldo a chi dorme per strada"

"Continueremo a portare tè caldo e biscotti a chi dorme per strada", fanno sapere all'HuffPost i volontari allontanati dai vigili. "I nostri semplici gesti sarebbero contrari alla nuova ordinanza. Ci è stato detto che non potremo portare un piccolo simbolo d'amore a queste persone perché in vista del Natale non è decoroso", spiegano.

Nel frattempo i pasti caldi sono distribuiti a pochi metri dal luogo del contendere, davanti alla chiesa di Sant'Orsola, fuori dalla "zona rossa" dell'ordinanza. 

La Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili (CILD) ha deciso di offrire assistenza legale alle associazioni e ai volontari che dovessero incontrare problemi per via dell'ordinanza del sindaco.

Il sindaco: "Non ci sto a passare per il cattivo d'Italia"

Mercoledì 20 dicembre a Palazzo Cernezzi è stata convocata una conferenza stampa per fare il punto con i giornalisti sulla vicenda. "Non ci sto a passare per il sindaco cattivo d’Italia" e si è trattata di "un’incomprensione tra polizia locale e volontari per un intervento che non aveva volontà punitive". ha detto Landriscina. "L'ordinanza resta in vigore, non ho intenzione di ritirarla". 

Nessun passo indietro, dunque, nemmeno su richiesta della Caritas, scrive QuiComo. Landriscina, ex direttore del 118 dei Laghi, si è poi detto disponibile alle dimissioni "se questa situazione incrinasse i rapporti di maggioranza e se la maggioranza mi chiedesse di dimettermi". 

Landriscina ha declinato tramite il suo ufficio stampa la richiesta di commento da parte di euronews. Qui,qui e qui sono disponibili i video dell'incontro.

“Non vogliamo che il nome della nostra città sia universalmente associato ad azioni tanto spregevoli, soprattutto in un periodo come il Natale che, se vale per tutto l’anno, rappresenta ancora di più, per il suo significato, il momento della solidarietà, della vicinanza, della compassione. Invece, a Como proprio il centrodestra, che si fregia di essere il portatore di questi valori cristiani, sbatte la porta in faccia a chi ha bisogno e caccia via malamente dalle strade le persone più deboli e in difficoltà. Una vergogna”, commenta Angelo Orsenigo, segretario provinciale del Pd.

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Il comandante della polizia: "Nessuna multa né minaccia di multa"

Il comandante della polizia locale Donatello Ghezzo, intervenuto all'incontro con i media, ha precisato le caratteristiche amministrative dell'ordinanza, spiegando che "non vieta l'accattonaggio, ma l'accattonaggio invasivo e molesto, e vieta il bivacco in determinati punti della città. Nessuno vieta di dare bevande calde e cibo ai senzatetto".

"Non c'è stata nessuna multa e nemmeno la minaccia di una multa". 

"Recinzioni anti-migranti"

Parte dei tanti migranti accampati in città in attesa di varcare il confine con la Svizzera per raggiungere il nord Europa ha vissuto per mesi in un autosilo, prima di essere trasferita di recente in alcune tende riscaldate. Persone che hanno presentato richiesta di asilo o che hanno già un permesso di soggiorno. 

Il Comune ha fatto montare delle grate in metallo e delle barriere per "impedire che ad aprile, una volta concluso il servizio Emergenza Freddo e smontati i tendoni in via Cesare Battisti, qualcuno abbia l’idea di tornare a dormire lì", si legge sulla Provincia di Como.

A ottobre era stato rimosso un albero da una piazza, San Rocco, perchè usato come "gabinetto a cielo aperto" da alcune persone che si riparavano tra le sue fronde.

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Silenzio dal comune dopo il blitz neofascista

Dopo il blitz fascista di Veneto Fronte Skinheads, nessuno dal Comune si è fatto sentire con i volontari di Como Senza Frontiere. "Non c'è stata nessuna risposta, non siamo mai stati contattati direttamente" dice a euronews Annamaria Francescato, portavoce della rete di organizzazioni civiche e Ong impegnate nella solidarietà verso migranti e bisognosi. Da loro è stata presentata una denuncia per intimidazione contro i responsabili - tutti identificati. 

"Indignati dall'ordinanza", i volontari di Como Senza Fronitere hanno organizzato un "bivacco solidale" in cui chiederanno al sindaco Landriscina il ritiro della misura ( sabato 23 dicembre alle 10 avanti all’ex chiesa San Francesco in largo Spallino 1). Aderisce anche il PD locale. “È bene che la risposta sia corale, dei cittadini, senza che nessuna formazione politica se la intesti”, aggiunge Fanetti.

Flashmob "dalla parte dei barbun"

Come scrive il quotidiano locale La Provincia, un'altra mobilitazione è prevista alla vigilia di Natale, alle 10.40 sotto il Broletto. Il cantautore Filippo Andreani, l’attore Stefano Annoni insieme a un gruppo di cittadini hanno organizzato un flash mob “dalla parte dei barbun”. Scarpe da tennis e cappello davanti ai piedi, i partecipanti canteranno tutti insieme il ritornello della famosa canzone di Enzo Jannacci “El purtava i scarp de tennis”.

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