La reazione dei palestinesi alla volontà del Presidente americano di trasferire l'ambasciata USA a Gerusalemme
Rabbia e un senso di tradimento sono i sentimenti che provano i palestinesi, dopo l'annuncio di Donald Trump di voler spostare l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Una mossa strategica -geopoliticamente parlando - da parte del Presidente statunitense, che ha fatto andare su tutte le furie la popolazione locale.
"I palestinesi - e più in generale gli abitanti di Gerusalemme - rifiutano di riconoscere la decisione del Presidente americano. Non ne ha il diritto, è assolutamente inaccettabile", spiega un abitante.
Lo status di Gerusalemme è controverso. Se da una parte Israele l'ha sempre considerata come la sua capitale, dall'altra i palestinesi rivendicano la parte Est, come capitale di un futuro stato.
"Gerusalemme è molto problematica", dichiara un altro abitante. "E' importante per gli ebrei, per i cristiani, per i palestinesi e i musulmani. Pertanto è molto difficile accettare che qualcuno che viene dagli Stati Uniti prenda una decisione del genere. Non è nel posto giusto per farlo".
Qualora Trump dovesse riconoscere ufficialmente Gerusalemme come capitale di Israele, gli Stati Uniti diventerebbero il primo Paese a farlo nella storia, fin dalla fondazione dello Stato nel 1948.