L'ex presidente yemenita aveva da poco offerto ai sauditi di passare dalla loro parte, in cambio della fine del blocco contro il Paese. Ora l'ONU teme un inferno per i civili, già martoriati da tre anni di guerra per procura fra Riyad e Teheran
Stava scappando da Sanaa, quando, una quarantina di km a sud della capitale yemenita, il suo convoglio è stato attaccato da milizie houthi, L'ex presidente dello Yemen Ali Abdallah Saleh, 75 anni, sarebbe morto così, come starebbe a dimostrare questo video, insieme ad alcuni suoi stretti collaboratori, mentre la sua residenza a Sanaa, veniva bombardata e distrutta.
Il suo destino è stato segnato dall'ennesimo voltafaccia compiuto sabato, quando ha offerto ai sauditi di passare dalla loro parte a patto che il blocco aero-navale contro lo Yemen venisse tolto.
Un professionista del cambio di campo
Non era il primo spettacolare cambio di casacca compiuto da Saleh, finora era stata proprio questa tattica a mantenerlo in sella, come attore essenziale del conflitto in corso, ma questo sembra essere stato il voltafaccia di troppo. I ribelli sciiti houthi, sollevatisi proprio contro l'influenza di Riyad, non l'hanno presa bene .
L'inferno di Sanaa
In queste ore, nella capitale Sanaa sarebbero in corso feroci combattimenti. Il timore, tra l'altro dell'ONU, è che lo Yemen si trasformi in un vero e proprio inferno, del tutti contro tutti. La popolazione civile, da oltre tre anni, è ostaggio di una guerra per procura fra l'Arabia Saudita e l'Iran, che ha provocato almeno 9mila morti, 50mila feriti, carestie ed epidemie a ripetizione. Le Nazioni unite parlano della situazione nello Yemen come della "peggiore crisi umanitaria in corso nel mondo" .