Iran, allenatore di nazionale femminile si cammuffa da donna per seguire la squadra

Iran, allenatore di nazionale femminile si cammuffa da donna per seguire la squadra
Di Lillo Montalto Monella
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Vietato agli uomini l'accesso al palazzetto in cui gareggiavano le atlete: il coach della nazionale femminile thailandese di Kabbadi ha dovuto trovare questo espediente per non perdersi i match delle ragazze allenate. Le sue foto virali sui social network iraniani

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L'allenatore della nazionale femminile thailandese di Kabbadi, uno sport indiano che è un po' un mix tra lotta libera, rugby e inseguimento, si è letteralmente travestito da donna, con tanto di hijab in testa, per poter assistere ai match delle sue atlete durante un torneo internazionale. 

I Giochi Asiatici della disciplina si sono conclusi due giorni fa in Iran, per la precisione a Gorgan, nei pressi del mar Caspio. 

Il coach della Thailandia si è intrufolato nel palazzetto con un fazzoletto in testa, a mo' di hijab, per velarsi il capo e poter seguire le ragazze che allena da bordo campo.

L'espediente si deve al fatto che le autorità di questa regione settentrionale dell'Iran, più conservatrice rispetto al resto del Paese, avevano vietato agli uomini l'accesso alla struttura durante i match delle atlete. Lo scrive l'edizione persiana di euronews.

In Iran non esiste una legge scritta che vieti esplicitamente agli allenatori maschi di squadre femminili di essere presenti durante le partite (di qualsiasi sport). Questa foto ne è la prova.

Male coaches can train women teams in Iran

Ancora non è chiaro se il coach thailandese sia stato costretto a velarsi il capo o sia stato un sotterfugio preso di sua libera iniziativa. Un'idea tanto originale quanto condannata dalla federazione iraniana di Kabbadi che, in un comunicato, ha precisato di non aver fatto alcun tipo di pressioni. 

Per la cronaca, come riporta Indiatoday, il torneo alla fine è stato vinto dall'India - Paese in cui lo sport ha avuto origine 4mila anni fa - che ha battuto in finale il Pakistan. 

Non è la prima volta che la legge dell'hijab mette in crisi sport e sportivi.

In generale, tutte le donne in Iran devono portare in pubblico l'hijab, coprendosi il capo. L'anno scorso, l'atleta indiana Heena Sidhu si era ritirata dal campionato asiatico di Tiro a segno (carabina 10 metri) a causa dell'obbligo del velo per le atlete. 

La foto del coach thailandese ha scatenato la reazione ironica sui social media di lingua persiana: tanti gli uomini che si sono domandati se ora sarebbe arrivato pure il loro turno di velarsi la testa.

Una delle contraddizioni iraniane è che le donne non possono assistere ai match di calcio della propria nazionale allo stadio. Questa restrizione, tuttavia, non si applica a turiste di altre nazioni asiatiche, come per esempio Giappone o Corea del Sud, il cui accesso all'impianto è consentito durante partite come quelle di qualificazione al mondiale. 

La legge è rigida solamente per quanto riguarda gli sport all'aperto, in particolare il football; per i palazzetti, invece, c'è una maggiore elasticità e l'accesso di spettatrici è generalmente permesso. 

L'Ajatollah Naser Makarem Schirazi oggi ha dichiarato che il divieto per le donne di andare allo stadio rimane, "fine delle discussioni". Lo riporta l'agenzia tedesca Dpa citando i colleghi dell'Isna. "Il Paese", ha detto l'autorità religiosa, "deve affrontare temi più urgenti come disoccupazione e inflazione".  

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