COP23: conclusione senza veri passi avanti

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Tuttavia poste basi più solide per misurare gli impegni previsti dall'Accordo di Parigi sul clima

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Nessun passo avanti spettacolare al termine della COP23 di Bonn, la Conferenza Onu sul clima si è conclusa con i 200 stati presenti che si sono dati un obiettivo minimo, quello di continuare i negoziati per arrivare alla prossima edizione su una base più solida, e misurabile, per quanto riguarda gli impegni da rispettare. L’obiettivo è sempre quello: mantenere il previsto aumento delle temperature sotto a un massimo di 2° in più e, se possibile fermarsi a +1,5°, rispetto al livello pre-industriale.

Il presidente della COP23, Frank Bainimarama , primo ministro delle Isole Figi – uno dei territori terrestri che più subisce, già ora, gli effetti dei mutamenti climatici – ha voluto concludere i lavori con una nota di incoraggiamento:

Dobbiamo rallegrarci del fatto che la COP23 sia stata un successo. Abbiamo adempiuto al compito assegnato, che era quello di fare progressi nell’implementazione delle linee guida dell’accordo di Parigi, preparando il terreno per azioni più ambiziose al prossimo vertice, nel 2018.

Il malinconico canto delle Figi

È stata in particolare definita la procedura per rivedere l’impegno nel taglio delle emissioni di gas a effetto serra, impegno che deve essere aggiornato per centrare l’obiettivo entro il 2020. L’appuntamento, per la COP24, è fra un anno, a Katowice, in Polonia. Il coro delle Isole Figi si è esibito al termine della conferenza con un malinconico canto e la richiesta di non dimenticarci di loro.

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