Chiude la Cop23 di Bonn. Passi avanti ma ancora tanta strada da fare

Video. Chiude la Cop23 di Bonn. Passi avanti ma ancora tanta strada da fare

Alcuni passi avanti ma ancora tanta strada da fare per onorare gli impegni presi a Parigi due anni fa. Potrebbero essere sintetizzati cosi’ i risultati della Conferenza sul clima che si e’ tenuta a Bonn (Cop 23) e che si e’ chiusa oggi dopo una maratona notturna di negoziati sui dettagli tecnici dell’applicazione dell’Accordo di Parigi. Sono state, infatti, definite le procedure per arrivare alla revisione degli impegni degli Stati per il taglio delle emissioni di gas serra. Questi impegni, presi a Parigi due anni fa, sono insufficienti per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo stesso (mantenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi possibilmente entro 1,5 gradi) e devono essere aggiornati.

Alcuni passi avanti ma ancora tanta strada da fare per onorare gli impegni presi a Parigi due anni fa. Potrebbero essere sintetizzati cosi’ i risultati della Conferenza sul clima che si e’ tenuta a Bonn (Cop 23) e che si e’ chiusa oggi dopo una maratona notturna di negoziati sui dettagli tecnici dell’applicazione dell’Accordo di Parigi. Sono state, infatti, definite le procedure per arrivare alla revisione degli impegni degli Stati per il taglio delle emissioni di gas serra. Questi impegni, presi a Parigi due anni fa, sono insufficienti per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo stesso (mantenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi possibilmente entro 1,5 gradi) e devono essere aggiornati.

L’aggiornamento dei target nazionali di decarbonizzazione dovrà permettere all’Accordo di Parigi, quando entrerà in vigore nel 2020, di raggiungere almeno il suo obiettivo minimo. Il premier delle Fiji, Frank Bainimarama, che ha presieduto la conferenza, ha espresso soddisfazione per la messa a punto delle regole per l’applicazione dell’accordo di Parigi e l’aver definito un percorso per i paesi per aumentare i loro obiettivi per la riduzione delle emissioni di gas serra nei prossimi anni. Il presidente della Conferenza nel documento finale ha istituto un tavolo di discussione che partirà nel gennaio del 2018 per definire gli aggiornamenti dei target nazionali in vista della Cop24.

A Bonn sono state indicate soprattutto quali azioni sulle emissioni vanno monitorate, in vista della valutazione dei risultati e della revisione. Rimane aperta la spinosa questione del fondo per aiutare i paesi più poveri a combattere il riscaldamento globale: la sua istituzione rimane ancora indefinita. La Conferenza di Bonn ha visto una ventina di Paesi (fra i quali l’Italia) stringere un’alleanza per cessare la produzione di energia dal carbone. La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron sono stati gli ospiti più importanti della Cop23. Entrambi hanno ribadito il loro impegno alla decarbonizzazione. Gli Stati Uniti a Bonn hanno mostrato i loro due volti. Da un lato il governo di Washington ha detto di essere ancora disponibile a restare nell’Accordo di Parigi con una revisione degli impegni, dall’altra Stati e città americane, che hanno ribadito i loro impegni per il clima nonostante Trump, capitanati dal governatore della California, il democratico Jerry Brown.

Per Legambiente servono fatti e scelte concrete e un ruolo da leadership da parte dell’Europa”. L’accordo raggiunto a Bonn, “che include non solo la revisione degli impegni di riduzione delle emissioni” di gas a effetto serra “ma anche il sostegno finanziario ai paesi poveri colpiti dagli impatti dei cambiamenti climatici in corso – spiega la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni – si limita solo all’avvio del processo di revisione degli impegni. L’azione concreta dovrà essere presa alla COP24 del prossimo anno a Katowice in Polonia. Per questo nei prossimi mesi servirà ancora molto lavoro’‘.

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