Serbia: tra la Russia e la Nato

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Un'esercitazione militare coingiunta di soldati serbi e statunitensi a nord di Belgrado, potrebbe infastidire Mosca che teme l'espansione della Nato nei Balcani

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La Serbia divisa tra l’influenza della Nato e quella di Mosca. Nella giornata di venerdì un’esercitazione militare congiunta dei soldati serbi insieme a quelli statunitensi, dal nome “Winter 2017”, “Inverno 2017”, ha avuto come scopo quello di rafforzare il legame tra il paese dei Balcani e la Nato. Una mossa che potrebbe disturbare la Russia, preoccupata per una possibile espansione del controllo della Nato nei Balcani.

ALEKSANDAR VUCIC, Presidente della Serbia
La Serbia è formalmente sulla strada per entrare a far parte dell’Europa, ma il paese ha interesse a preservare la sua posizione di neutralità militare

Belgrado ha espresso la volontà di aderire all’Unione Europea, ma per Washington deve scegliere se continuare a stare dalla parte della Russia.

Sergio Cantone, Euronews:
18 anni dopo la guerra in Kosovo, l’interesse strategico della Serbia sembra essere cambiato, anche se secondo il Presidente non è ancora arrivato il momento

Ed è da tempo, più precisamente dalla caduta di Slobodan Milošević nel 2000 e dalla guerra in Kosovo del 1999 che sia la Nato che l’Unione Europea cercano di avvicinare la Serbia
alle loro posizioni.

KYLE SCOTT, Ambasciatore Usa in Serbia:
Penso che la Serbia sia un paese molto influente per garantire la stabilità della regione. Svolge un ruolo critico e può fare da ancora in grado di mantenere il controllo in tutta l’area. Quindi dobbiamo continuare a lavorare con la Serbia. Dobbiamo superare le difficoltà del passato

Belgrado non riconosce il Kosovo, anche se le potenze occidentali vogliono che migliori le relazioni con Pristina.

ALEKSANDAR VUCIC, Presidente della Serbia
Dalla parte di Pristina cercheranno di rispettare gli impegni, metteranno in pratica gli accordi che sono stati firmati 4 anni e mezzo fa a Bruxelles nell’aprile del 2013

La speranza di Belgrado è che Washington possa intervenire migliorando le relazioni con i kosovari, cercando di utilizzare l’influenza esercitata su Pristina. Anche l’Unione Europea ha lo stesso interesse favorendo la mediazione tra i due paesi.

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