Il referendum indipendentista del 1 ottobre non è riuscito ad ottenere la secessione della Catalogna – almeno, non ancora. L’unico effetto certo sortito finora è stato lo scioglimento del Govern di Puigdemont e la decimazione dei suoi ministri
Quasi a confermare quel tragico destino che ha contraddistinto gli esecutivi catalani degli ultimi 100 anni
Il fato, nella forma della magistratura spagnola, non è stato clemente con l’esecutivo di Barcellona, reo di sedizione, ribellione e malversazione secondo la legge del Paese. In attesa che la giudice Carmen Lamela spicchi il mandato di cattura internazionale per il leader maximo indipendentista, Carles Puigdemont, otto dei suoi sodali sono già in manette.
Mentre Carme Forcadell, presidente del Parlamento e autrice materiale della dichiarazione di indipendenza (in seguito a voto favorevole della Camera), aspetta di conoscere il suo destino, l’unico che è ancora a piede libero è il ministro dell’economia Santi Vila. Ovvero il solo ad aver collaborato con gli inquirenti ma, soprattutto, ad aver fiutato l’aria ed essersi dimesso prima di giungere al punto di non ritorno.