Stadio avveniristico e bombole d'ossigeno ogni 15 minuti: i tibetani all'assalto del calcio cinese

Stadio avveniristico e bombole d'ossigeno ogni 15 minuti: i tibetani all'assalto del calcio cinese
Di Euronews
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Il Lhasa Chengtou promosso nel football professionistico cinese. Ancora non si sa se l'impianto da 110 milioni di dollari e 20mila posti otterrà il via libera dalla lega. Il playoff è stato giocato in campo neutro per evitare malesseri ai giocatori ospiti

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Giocano ora in campionato professionistico, in uno stadio da 110 milioni di dollari, ma saranno costretti ad usare bombole d’ossigeno ogni 15 minuti per riuscire ad arrivare al fischio finale. Parliamo dei giocatori del Lhasa Chengtou che saranno chiamati a correre, dribblare e possibilmente vincere nella terza divisione calcistica cinese, prima squadra del Tibet ad ottenere la storica promozione.

Passata dal campionato amatoriale, ultimo dei quattro livelli nazionali che vedono al top la Chinese Super League, alla terza serie professionistica, giocherà nell’impianto più alto della Cina, quasi tra le nuvole, a 3.658m sul livello del mare. Il moderno centro sportivo Masses Cultural Sports Center of Lhasa City potrà disporre, a bordo campo, di bombolette d’ossigeno a disposizione dei giocatori per aiutarli a superare la sensazione di nausea e i conati di vomito associati al mal d’altitudine.

Lhasa Chengtou (D4 chinoise) va jouer dans son stade à 3700m d’altitude (Tibet). Il y aura une pause oxygène toutes les 15 minutes. pic.twitter.com/Ofs3gZftoM

— Johann Crochet (@johanncrochet) August 30, 2017

I calciatori del Lhasa, in tenuta rossa, vengono quasi tutti dalla Cina, scrive AFP, e si sono conquistati domenica scorsa la promozione in League Two dopo aver battutto ai playoff lo Shenyang Dongjin con il punteggio complessivo di 2-1. La gara di andata si è dovuta disputare “in campo neutro” a Huizhou, a 4mila chilometri di distanza da Lhasa, ufficialmente per problemi legati al terreno di gioco ma si sospetta che il reale motivo abbia a che fare con la posizione in alta quota dello stadio.

“Il calcio ha radici profonde nella cultura tibetana ed è in assoluto il primo sport”, ha detto Wang Dui, dirigente del club, all’agenzia di notizie Xinhua. “In ogni parte di Lhasa si possono vedere bambini che giocano a calcio, in ogni stradina”.

Se la Chinese Football Association darà il via libera ai match in alta quota, questo è ancora tutto da vedere. L’impianto può accogliere più di 20mila persone ma il club ha ottenuto il permesso di potervi disputare delle partite solamente ad agosto 2017.

A sponsorizzare il football tra le nuvole è la Pureland, azienda statale che esporta prodotti locali e acqua minerale. Dalla fondazione nel 2015, il Lhasa F.C., primo club con base nella Regione autonoma tibetana, ha tra i suoi scopi “istituzionali” quello di abbattere le barriere tra tibetani e immigrati cinesi, tra popolazione locale e la lontana capitale”. Una mossa con cui Pechino sta cercando ora di far dimenticare persecuzioni, devastazioni di templi e uccisioni di monaci che accompagnarono e seguirono per anni l’annessione e la fuga del Dalai Lama nell’esilio indiano, scrive nel suo reportage Avvenire
Nel 2016, “l’uomo di punta del Lhasa, Luosang, guadagnava meno di 700 euro al mese, ed era considerato quasi un privilegio a queste altezze”.

Lo stadio del Lhasa è di qualche metro più in alto rispetto all’Estadio Hernando Siles di La Paz. La Cina, che sogna di ospitare una Coppa del Mondo, è al momento al 57° posto del ranking FIFA, sotto Haiti e Burkina Faso.

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