Francesco Vignarca portavoce della 'Rete italiana per il disarmo' fa appello ai Paesi Nato europei, Italia compresa, che non hanno sottoscritto il trattato contro le armi nucleari
Anche la ‘Rete italiana per il disarmo’ aderisce ad Ican, il network internazionale insignito del Nobel per la pace (leggi qui per saperne di più del trattato delle Nazioni Unite) .
Abbiamo raggiunto al telefono il portavoce Francesco Vignarca. Questo Nobel un po’ è anche il suo. Gli abbiamo chiesto qual è il ruolo dell’Italia e degli altri Paesi europei nel percorso verso il disarmo nucleare. “Purtroppo non positivo perché pochi Paesi europei, penso all’Austria e all’Irlanda, hanno supportato la messa al bando delle armi nucleari ma molti altri Paesi, in particolare quelli sotto l’ombrello della NATO si sono detti contrari”, dice Vignarca al quale abbiamo chiesto cosa dovrebbero far questi governi.
“Dovrebbero avere coraggio di firmare e poi ratificare il trattato”, ha detto. “È difficile, lo sappiamo, perché 4 Paesi europei, Germania, Italia, Paesi Bassi, Belgio, ospitano testate nuclearei statunitensi , ma è proprio grazie a un loro cambio di direzione che si potrebbe arrivare a rafforzare in maniera definitiva questo trattato e intraprendere un percorso per un disarmo completo, integrale, sul nucleare. Che è fermo da troppo tempo”.
Enorme risultato di tutta la società civile internazionale, aiutata in Italia da lavoro di
senzatomica</a> e <a href="https://twitter.com/ReteDisarmo?ref_src=twsrc%5Etfw">
ReteDisarmo#NobelPeaceprize2017pic.twitter.com/2X34HmqiJu— Francesco Vignarca (@kkvignarca) 6 ottobre 2017