La persecuzione sistematica delle minoranze musulmane è in aumento in Myanmar, non circoscritta alla zona nord-occidentale di Rakhine, dove le violenze hanno indotto alla fuga quasi 90000 Rohingya, provenienti dal Bangladesh.
Myanmar: la persecuzione dei Rohingya
La denuncia viene dall’organizzazione Burma Human Rights Network.
Phil Robertson, vice Drettore HRW (Osservatorio Diritti Umani) Asia:
“Non è un genocidio, ma ci sono profonde preoccupazioni umanitarie, c‘è una nuova tendenza preoccupante, ci sono indicazioni in merito al fatto che le mine terrestri potrebbero essere state poste da personale militare birmano: se così fosse, staremmo parlando non solo di crudeltà, ma di indiscriminata ghettizzazione di civili che cercano di fuggire da una situazione di pericolo”.
Il pretesto della repressione è stato l’attacco lanciato lo scorso 25 agosto da gruppi di rohingya armati di coltelli contro una trentina di caserme birmane: da allora sono morte almeno 400 persone.