Aprire i confini per la lotta al jihadismo. È la pazza idea del presidente-sceriffo Rodrigo Duterte che ha già dichiarato guerra alla droga e che vuole adesso combattere Isis, attiva nel sud del paese, grazie all’aiuto delle nazioni vicine.
Così Duterte: “Ci sarà probabilmente una task force e un confine aperto per una collaborazione con le autorità indonesiane. Darò loro accesso al nostro territorio e gli dirò di eliminare i pericoli anche se sono filippini”.
Lo scorso 30 agosto la battaglia di Marawi tra l’esercito filippino e il gruppo terroristico affiliato ad Isis, noto come Maute Group (il nome ufficiale è Dawla Islamiya), è entrata nel centesimo giorno di conflitto.
Da oltre tre mesi i reparti speciali dell’esercito di Manila stanno cercando di liberare fra l’altro Marawi, capitale della provincia di Lanao del Sur, che coi suoi 200mila abitanti deteneva il primato di prima città a maggioranza musulmana del paese. I bombardamenti operati dalle forze armate governative hanno però ridotto gran parte di Marawi a un cumulo di macerie, ma non hanno per ora eliminato la resistenza jihadista.