La Francia dice addio alla contrattazione collettiva

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I negoziati aziendali diventano prioritari rispetto a quelli di categoria e saranno affidati a un organismo unico

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La Francia dice addio alla contrattazione collettiva. Nella riforma del mercato del lavoro appena presentata viene prevista la possibilità di negoziare gli accordi senza i sindacati nelle aziende sotto i 50 dipendenti e si abbassano le indennità per chi è licenziato senza giusta causa.

“La Francia è un Pese governato dallo stato di diritto, è uno stato sociale e rimarrà così, perché è nella sua natura, perché è nella sua storia – dice il primo ministro Edouard Philippe – Ma dobbiamo tenere conto della situazione del nostro paese che è caratterizzata da decenni di disoccupazione di massa”.

La riforma entrerà in vigore già da fine settembre. Dopo 30 anni di anzianità si potranno ottenere al massimo 20 mesi di salario e con due anni di anzianità il tetto sarà di 6 mesi. Le indennità per licenziamento illegittimo sono aumentate dal 20 al 25% dello stipendio mensile per un anno d’attività.

L’azienda con meno di 11 dipendenti potrà contrattare direttamente con i suoi addetti e sottoporre gli accordi a un referendum.

I negoziati aziendali diventano prioritari rispetto a quelli di categoria e saranno affidati a un organismo unico, il Comitato sociale ed economico.

Dal primo maggio 2018, inoltre, saranno validi solo gli accordi aziendali adottati da sindacati che rappresentino almeno il 50% degli addetti. Ma i sindacati sono divisi, Force ouvrière non parteciperà alla giornata di protesta del 12 settembre.

Gli effetti della riforma del mercato del lavoro inizieranno a sentirsi tra 18-24 mesi, dice il presidente Macron, mentre la sua popolarità perde 13 punti in un mese.

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