Esclusiva. Inchiesta Amatrice, procuratore di Rieti: "Presto rinvii a giudizio"

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Di Sabrina Pisu
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"Ci saranno dei rinvii a giudizio": dice in escluiva a euronews il procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva che parla molte morti che si potevano evitare.

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Il terremoto ha lasciato macerie e dolore, ma anche rabbia e bisogno di verità. Per accertare eventuali illeciti indaga la Procura di Rieti, che ha già chiuso le prime indagini, quelle per il crollo della vela campanaria della chiesa del comune di Accumoli e quella di due palazzine di edilizia popolare di piazza Sagnotti ad Amatrice. “Ci saranno dei rinvii a giudizio” dice a euronews il procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva: “Sono sette persone per Accumoli e cinque per le palazzine”. La responsabilità dell’uomo è evidente: “È emerso l’uso di materiali scadenti e tecniche costruttive inadeguate”, spiega Saieva, “costruzioni fatte in violazione di leggi antisismiche e vincoli idrogeologici, che sono quelli che contano al fine della sicurezza”. Molti morti si potevano evitare “se l’uomo avesse fatto altre scelte in materia di tecniche costruttive, sono quelle che hanno determinato le vittime”.

“La colpa dell’uomo c’è, che queste colpe risalgono indietro nel tempo questo è un altro discorso, il comune di Amatrice è stato costruito due, tre secoli fa, dopo il terremoto distruttivo del ‘700 non sono state rispettate regole antisismiche, anche perché la normativa è degli anni Settanta. Non si costruisce male solo per risparmiare e guadagnare di più, c’è un problema più generale di sottovalutazione culturale, prosegue il Procuratore. “Non si vogliono solo aumentare i profitti, c’è anche incuria ed è sempre stata dimostrata ogni volta che le commesse provengono dallo Stato o da altri enti pubblici, il caso lampante è quello delle palazzine costruite ad Amatrice dalla stessa azienda, quelle destinate al pubblico sono crollate, quelle private sono ancora in piedi”.

“In via giudiziaria cercheremo di accertare le verità”, conclude Saieva, “per il futuro non si può fare altro che incrociare le dita perché il patrimonio edilizio nazionale è in gran parte stato costruito in tempi anteriori la regolamentazione antisismica, che va rispettata: le persone spendono di più per le rifiniture, per i pavimenti, per cose superflue trascurando la struttura portante della casa in cui andranno a vivere e poi, a volte, disgraziatamente a morire. Le pene ci sono e sono adeguate, quello che serve è un cambio di mentalità”.

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