La modella inglese rapita a Milano: "Ho temuto per la mia vita"

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Di Euronews
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“Ho temuto per la mia vita secondo per secondo, minuto per minuto, ora per ora”: appare provata Chloe Ayling, la modella britannica di 20 anni sequestrata a Milano. L’autore è un uomo polacco ma residente nel Regno Unito Lukasz Pawel Herba, 30 anni, che l’ha adescata con un’offerta di un servizio fotografico nei pressi della Stazione Centrale di Milano e poi l’ha rapita con l’obiettivo di metterla in vendita nel deep web, l’area illegale della rete, partendo da una base d’asta in Bitcoin equivalente a circa 300 mila euro.

La ragazza è stata rilasciata dal suo carceriere, che è stato fermato e arrestato il 18 luglio dalla polizia e ha confessato, dicendo di essere stato costretto a rapirla da una gang di rumeni. La giovane sarebbe stata liberata perché ha un figlio, cosa che andrebbe contro le regole del gruppo. La Squadra Mobile e la Procura antimafia del capoluogo lombardo procedono al momento per sequestro di persona a scopo di estorsione. Liberata dopo sei giorni di sequestro, dall’11 al 17 luglio, Chloe Ayling ha ringraziato le forze dell’ordine: “Sono infinitamente grata alla polizia italiana e a quella britannica per avermi salvato e liberato dall’incubo. Ho temuto per la mia vita”, dice in un’intervista al Tg1.

Chi sono i Black Death? “Mi è stato fatto capire che l’organizzazione è strutturata su venti livelli gerarchici e tratta a pagamento una serie di crimini, dalla droga agli omicidi, operando sul cosiddetto deep web”, ha raccontato la giovane modella che è stata sedata con della ketamina, uno stupefacente molto pesante usato per esempio con i cavalli, chiusa in una valigia dove poteva respirare solo attraverso un piccolo foro e trasportata nel bagagliaio di un’automobile sino a Lemie, frazione Borgial, in Piemonte, dove era stata tenuta incatenata e bendata.

La polizia di Londra ha perquisito il 18 luglio l’appartamento di Sampson Close, a Oldbury, dove apparentemente viveva il polacco Lukasz Pawel Herba. Gli inquirenti stanno cercando i suoi complici, che sarebbero tre o quattro.

L’inchiesta procede tra Italia e Rengo Unito, cercando di fare luce anche su alcuni elementi che non tornano. A partire dal fatto che Chloe sia andata a comprare le scarpe con il suo rapitore che tra l’altro l’ha accompagnata sin dentro il Consolato inglese di Milano.

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