Gli ultimi giorni di Charlie, contesa su dove deve morire

Gli ultimi giorni di Charlie, contesa su dove deve morire
Di Gioia Salvatori
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La famiglia vorrebbe portarlo a casa ma è tecnicamente impossibile, morirà in un hospice ma l'ospedale chiede condizioni speciali di assistenza

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La legge del cuore, quella della madre che dice ‘Charlie deve vivere’ e la legge dei tribunali che dicono ‘staccare la spina’: non sente nulla, non si muove e non migliorerà.
Come una tragedia greca la storia di Charlie Gard, il bebè ricoverato in un ospedale di Londra con una malattia degenerativa del dna, ha appassionato il mondo.
Ora arriva il finale, drammatico, con contesa tra famiglia e nosocomio: James Evers, padrino di Charlie Gard: “Nei desideri della mamma di Charlie c‘è di portare a casa il bambino per le ultime cure, per stare con lui gli ultimi giorni. Vorrebbe accudirlo come normalmente fanno i genitori coi neonati: fargli il bagno, cullarlo, stare insieme in casa qualche giorno. Lasciare che passi gli ultimi momenti come un bambino normale. Sfortunatamente non le è permesso farlo, il Great Ormond hospital non lo consente. Alla mamma è concesso di andare in un hospice a vivere le ultime ore ma le condizioni perché possa avvenire sono difficili”. Infatti l’ospedale chiede che ci sia un pediatra specialista con Charlie, la mamma di Charlie ha tempo poche ore per trovarlo. La donna è uscita dal tribunale in lacrime quando il giudice dell’Alta Corte ha invitato famiglia e ospedale a trovare un accordo su dove e quando staccare la spina. Dalla sua parte decine di manifestanti pro life.

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