Noura al Kaabi: il Qatar si allinei

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Il ministro per le relazioni con il Consiglio nazionale federale degli Emirati arabi uniti: subiamo "l'originalità" del Qatar da 20 anni

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Sulla crisi tra Qatar e gli altri stati del golfo, euronews ha voluto fare il punto con Noura al Kaabi, ministro per le relazioni con il Consiglio nazionale federale degli Emirati arabi uniti.

Che ai nostri microfoni precisa: nessuna azione militare è contemplata.
Per avere un po? di background leggere qui

Euronews: Il Consiglio di cooperazione del Golfo rischia l’esplosione? O la situazione può essere recuperata? Cosa dobbiamo aspettarci ancora?

Noura al Kaabi, ministro per le relazioni con il Consiglio nazionale federale degli Emirati arabi uniti.

“Di reazioni, o meglio l’escalation nella crisi con il Qatar, come Doha la chiama, ne abbiamo accumulate nel corso degli ultimi 20 anni, e a questo riguardo abbiamo molto spesso sollevato la questione della politica del governo del Qatar. Nel 2014 ci fu l’impegno del Qatar, un impegno scritto, sotto il regno di re Abdallah dell’Arabia saudita. Con quest’accordo sono state stipulate alcune condizioni che non sono state rispettate”.

-Ad esempio?

“Ad esempio smetterla di immischiarsi e interferire nella vita politica dei Paesi della regione. Per fare un esempio.
Smetterla di finanziare organizzazioni terroristiche , estremiste, il Qatar è un paradiso per gli estremisti e la Fratellanza musulmana e per di più ha una televisione, che non è altro che il portavoce di persone come Karadawi, padre spirituale della Fratellanza.
Si tratta di una persona che ha più sangue nelle mani di un kamikaze e che grazie a questo megafono mette a repentaglio stabilità e sicurezza della regione”.

-Abu Dhabi e Riyadh stanno cercando di creare un’alleanza islamica militare?

Noura Al Kaabi
UAE Minister of State for Federal National Council Affairs

“Gli Emirati arabi uniti, l’Arabia Saudita, Egitto , Bahrein hanno una sola visione.
Che possiamo sintetizzare dicendo: abbiamo chiare politiche per garantire prosperità e stabilità nella regione .
Questo è il nostro comune obiettivo.
Non possiamo prosperare economicamente, socialmente con tutto quello che sta accadendo.

Dopo il summit di Riyad si è individuato il Paese che sostiene il terrorismo e questo è l’Iran. Solo il Qatar si è rifiutato di riconoscerlo e per noi questo significa negare che l’Iran è fonte di instabilità nella regione.
(…)

Ci sono poi le stesse scelte del governo qatariota che potrebbero deporre contro il Qatar, Doha può decidere di allinearsi alle conclusioni del summit di Riyad del 2014 facendo sì che seguano delle azioni.
Ma il governo di Doha deve trovare nuovamente la nostra fiducia”.

-Altrimenti?

“Altrimenti il Qatar sceglie di restare isolato.
Con le ultime misure prese, in termini di sanzioni economiche e isolamento vogliamo inviare un messaggio chiaro: aspettiamo da 20 anni, dal 2014 la palla è semplicemente nel loro campo e aspettiamo di vedere qual è la loro visione futura.

Intendono garantire stabilità e prosperità alla regione e conquistare la fiducia dei paesi vicini?
È il loro obiettivo nel lungo termine?
Se così è chiediamo cosa hanno fatto recentemente per mettere in sicurezza la regione e cosa hanno fatto anche in termini di politica interna e ancora cosa accadrebbe se le sanzioni si inasprissero?

Le conseguenze sarebbero pesantissime soprattuto per la popolazione del Qatar”.

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