Russiagate: Comey depone al Congresso, Trump trema

Russiagate: Comey depone al Congresso, Trump trema
Di Andrea Neri
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“Ho bisogno di lealtà, mi aspetto la tua lealtà”. Le rivelazioni di James Comey pronte ad abbattersi come un terremoto su Donald Trump. L’ex-Direttore dell’Fbi silurato dal Presidente a maggio, ha consegnato alla Commissione Intelligence del Senato, davanti alla quale oggi depone, un dossier di 7 pagine sulle pressioni subite dall’inquilino della Casa Bianca a proposito del cosiddetto Russiagate.

Comey dettaglia le richieste espressamente fattegli da Trump affinché il Federal Bureau of Investigation archiviasse l’indagine sul Generale Michael Flynn, all’epoca Consigliere personale di Trump per la Sicurezza Nazionale. Flynn, poi costretto alle dimissioni, è indagato per le relazioni intrattenute con rappresentanti di Mosca. Il sospetto è che durante la campagna elettorale la squadra di Donald Trump abbia mantenuto rapporti e contatti con la Russia per influenzare l’esito del voto, eliminare Hillary Clinton e portare alla Casa Bianca il miliardario neyorchese.

L’accusa di aver esercitato pressioni indebite su Comey potrebbe costare molto caro a Donald Trump. Talmente caro che per la prima volta un rappresentante del Congresso degli Stati Uniti annuncia che richiederà formalmente l’impeachment.

“Credo che sia necessario richiedere l’impeachment” ha detto Al Green, rappresentante democratico del Texas. “Io ho avviato la richiesta per sbloccare la procedura d’impeachement. Ma se nessun altro dovesse aderire alla procedura sottoporrò a titolo personale una richiesta di impeachment a carico del Presidente Donald J. Trump” ha detto in conferenza stampa.

Inoltre in una telefonata del 30 marzo scorso, sinora non resa pubblica, Trump chiedeva esplicitamente a Comey cosa si sarebbe potuto fare “per dissipare le nuvole” che, a causa del Russiagate, si addensavano sulla sua presidenza. In tale contesto passa relativamente in secondo piano una notizia che, in condizioni differenti, avrebbe fatto le prime pagine: la nomina di Christopher Wray come successore di Comey alla guida della più nota agenzia statunitense. Avvocato di 50 anni, Christopher Wray ha esercitato nello studio King & Spalding di Washington D.C. e Atlanta. Laureato in Diritto alla Yale University, Wray era stato precedentemente assistente al Ministero di Giustizia tra il 2003 e il 2005. In quel periodo aveva diretto la divisione criminale del Ministero, uno dei posti chiave nella lotta alla frode fiscale.

La stampa statunitense ha bollato il timing della nuova nomina come un tentativo da parte di Trump di distogliere l’attenzione dal Russiagate alla vigilia della testimonianza chiave di James Comey.

Text: Ex-FBI Director Comey’s prepared testimony to Senate panel https://t.co/xvc74txrMPpic.twitter.com/XCqWSRtyOe

— Reuters Top News (@Reuters) 7 giugno 2017

I will be nominating Christopher A. Wray, a man of impeccable credentials, to be the new Director of the FBI. Details to follow.

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 7 giugno 2017

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